Christillin sull’aumento esponenziale dei costi nel calcio: «O ci si mette tutti d’accordo o si va a carte quarantotto tutti»

Il membro del Board Uefa e del Consiglio Fifa durante un convegno organizzato da Il Sole 24 Ore e Financial Times: «Il problema è l'aumento soprattutto degli ingaggi assolutamente non sostenibile»

Christillin
Evelina Christillin

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«I bilanci delle 12 squadre che erano iscritte al torneo della Super Lega 6 inglesi, 3 spagnole, 3 italiane cubavano solo per 2019 750 milioni di passivo, dunque se guardiamo anche l’indebitamento degli anni precedenti, quindi pre-covid, le cifre aumentano considerevolmente». L’allarme rosso sulla problematica situazione dei conti del calcio internazionale è stato lanciato da Evelina Christillin, membro del Board Uefa e del Consiglio Fifa, intervenuta nel corso della tavola rotonda “Lo Sport System italiano: alfiere del Made in Italy e leva per lo sviluppo”, nell’ambito del ‘Made in Italy Summit 2021: Setting a New Course’ organizzato da Il Sole 24 Ore e Financial Times.

Il membro del governo del calcio mondiale ha proseguito: «L’altro giorno sono usciti i bilanci della Juventus e dell’Inter: oltre 200 milioni di perdite in entrambi i casi. Il problema vero è un aumento di costi esponenziale che non segue assolutamente un eventuale aumento dei ricavi legati ai diritti televisivi e quant’altro, quindi il problema non sta solo nel Covid, che certamente ha pesato, però vi ho dato una cifra che riguarda gli anni precedenti l’epidemia e il problema è quello, di questo aumento esponenziale dei costi legato soprattutto agli ingaggi assolutamente non sostenibile. Quindi o ci si mette tutti d’accordo a livello di stakeholder per dare un calmiere condiviso dai vari stakeholder, vale a dire giocatori, Leghe, Federazioni, Club etc, allora forse si può ritornare ad avere una sostenibilità, o si va a carte quarantotto tutti».

Christillin ha poi concluso suill’idea della Fifa di organizzare i Mondiali di calcio ogni due anni e non più ogni quattro come avviene ora: «Il calcio europeo e quello sudamericano non sono d’accordo con questa proposta. Il rischio è quello di una saturazione del mercato».

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