ESCLUSIVA PG – Aleandro Rosi: «Auguro a Gilardino la salvezza con grande anticipo»

L’ex esterno rossoblù giocò nella vittoriosa gara a Verona che riportò il Grifone, targato Ballardini, al successo dopo quasi 60 anni. «Al Bentegodi centrammo una vittoria su un campo per nulla facile: era in notturna e con un clima rigido»

Rosi Genoa
Aleandro Rosi (Foto Pianetagenoa1893.net)

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«Era gennaio-febbraio, ricordo che faceva un gran freddo». Aleandro Rosi sull’onda dei dolci ricordi rossoblù inizia a raccontare a raccontare a Pianetagenoa1893.net una partita storica al Bentegodi per il Genoa contro l’Hellas Verona. Era il 4 dicembre 2017: la squadra guidata da Davide Ballardini espugnò uno stadio in cui il Grifone non riusciva a vincere da quasi 60 anni. «Sono passati circa sei anni e mezzo fa – prosegue l’esterno di centrocampo, – è passato tanto tempo ma ricordo molto bene il gol di Pandev che ci diede un successo importante per la salvezza». Oggi Rosi gioca alla Torres in serie C: un club che evoca una mitica partita di serie C per i genoani, quella giocata e vinta 1-0 con gol di Speggiorin sulla squadra di Sassari con il viaggio sulla nave “Caralis”.

Ha qualche aneddoto particolare per quella partita?
«No, ricordo solo che iniziammo la stagione con Ivan (NDR: Juric) che fu sostituito da Ballardini. Al Bentegodi centrammo una vittoria su un campo per nulla facile: era in notturna e con un clima rigido. Al gol di Goran ci abbracciammo tutti. Sia noi che il Verona giocammo una, gara molto dinamica e alla fine conquistammo tre punti insperati».

Era il Genoa 2017-18 di Ballardini per la terza volta sulla panchina del Grifone, lei era titolare sulla destra
«Sì e quel campionato terminò con una salvezza conquistata con diverse giornate in anticipo (NDR: 12° posto con 41 punti) fu una grande soddisfazione».

Aleandro Rosi (foto pagina Facebook della Torres)

Ora al Genoa c’è Gilardino che lei conosce abbastanza bene
«Ho giocato con lui alla Fiorentina. Era un giocatore molto raffinato, un attaccante forte e soprattutto un bravo ragazzo, una persona molto positiva».

Che impressione le fa da allenatore?
«Mi fa grande piacere che dopo la gavetta sia arrivato in serie A: ha sostituito Blessin e ha condotto la squadra alla promozione e ora ha ben 10 punti di vantaggio sulle terzultime. E’ un tecnico giovane, emergente come lo è anche Palladino con cui ho giocato per molto tempo».

La situazione è diversa rispetto a quel 2017-18, ma ci sono somiglianze?
«No, perché come ho spiegato prima c’era stato un cambio sulla panchina ed eravamo da tempo in serie A: il Genoa ora è una neopromossa. Auguro però a Gilardino una salvezza in anticipo come allora accadde per noi».

Sabelli è di un’altra generazione, ma come esterno destro ha qualche caratteristica simile alla sua?
«Mi ricordo quand’era nella Primavera della Roma e veniva ad allenarsi con la prima squadra. Siamo diversi fisicamente, però abbiamo la grinta e l’agonismo in comune».

Lei ha affrontato il Genoa da avversario?
«Sì, l’anno scorso ero col Perugia in serie B. Ho notato un grande cambiamento nell’ambiente rispetto a quel campionato 2017-18: c’era un grande entusiasmo tra i tifosi rossoblù, sia nella gara in Umbria che in quella al Ferraris. Merito della nuova proprietà americana che ha saputo riaccendere l’ambiente».

Il Genoa è una piazza molto importante

è un ambiente affascinante

Ha pensato di diventare allenatore anche lei, quando smetterà di giocare?
«Per ora no. Finché starò bene, voglio pensare a giocare e basta. Al futuro ci penserò quando terminerò la carriera».

Le faccio un’ipotesi: in un domani lei diventa allenatore oppure direttore sportivo e il Genoa la chiama.
«Accetterei immediatamente. Il Genoa è una piazza molto importante del calcio italiano: è un ambiente affascinante. Ne sarei molto felice».

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