La forza del Genoa è essersi regalato un finale di stagione con un senso e con motivazioni, scalando definitivamente quel paio di posizioni in classifica che separano il limbo dal paradiso. Alessandro Agostini, tecnico della Primavera, spiega: «Io top player? No, queste soddisfazioni me le danno i ragazzi e lo staff. Sulla base dei loro segnali riesco a capire dove inserirli, che cosa possono dare in determinati ruoli e momenti della partita: è questa l’attenzione che un mister deve avere, ma ormai con i ragazzi ci capiamo con uno sguardo e ciò rende tutto più semplice».
Intervistato da Pianetagenoa1893.net a seguito del 3-1 al Verona, altro tris dopo l’andata, mister Agostini si sofferma sugli autori del gol, Papadopoulos (12 reti stagionali) e Sarpa, due inni alla concretezza sottoporta, all’apparteneza e all’applicazione: «Sono d’accordo: sono due giocatori straordinari a modo loro, così come lo sono tutti in squadra e hanno – loro come tutti – margini di miglioramento importanti. Papadopoulos e Sarpa sono molto dediti al lavoro e questo può portarli lontano». Venturino, classe 2006, subentra e ribalta la partita impressionando per disinvoltura nelle scelte e semplicità di gioco: «È un giocatore importante, l’ha dimostrato da solo sul campo: ha grande talento, una gamba importante, è veloce e bravo tecnicamente ma soprattutto spacca la partita con la freddezza tipica dei giocatori un poco più esperti. Anche lui deve migliorare, soprattutto in fase difensiva. Lo sa e ci sta lavorando, ma dai trenta metri in su è devastante».
Il Genoa è in piena corsa play-off: nelle ultime 3 partite di campionato conterà più l’aspetto mentale di quello fisico? «Sicuramente il fattore più importante sarà quello mentale, ma dopo la partita odierna la squadra ha molta più consapevolezza. Ha fatto uno step in più di crescita e vedendo i miei ragazzi, ci credo: hanno qualità straordinarie, tutti si impegnano nel lavoro, anche quelli che non ho citato. Stanno tutti facendo una lavoro straordinario, che parte proprio dal lavoro in settimana» chiosa Agostini.
