Federsupporter: il Report FIGC lancia l’allarme rosso per l’azienda calcio

L’indebitamento delle Leghe di A, B e C ha raggiunto i 5 miliardi e 381 mln di euro a fronte di un Patrimonio Netto di € 786,7 milioni, che evidenzia un insostenibile rapporto Patrimonio Netto/ Debiti di oltre il 14 %. Risultato netto negativo che ha sfondato, ampiamente, il muro del miliardo di euro

Alfredo Parisi, presidente di Federsupporter

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In un sistema calcio definito dagli stessi redattori dell’annuale Report FIGC/AREL/PWC (giugno 2022), strutturalmente fallimentare, dovrebbe esserci una strategia imprenditoriale di cambiamento.

I problemi evidenziati nel Report sono talmente preoccupanti quanto, purtroppo, da tempo, noti a tutte le componenti, istituzionali e societarie; problemi accentuatisi in questi tempi dalle negative conseguenze della pandemia.

Le cause di tali problemi sono così, dettagliatamente, elencate nel Report (testuale):

  1. Livelli di indebitamento eccessivo;

  2. Costi di ingaggio, cartellini e commissioni fuori controllo;

  3. Obsolescenza delle infrastrutture;

  4. Contenuti investimenti sui settori giovanili;

  5. Parziale capacità dei club di diversificare i ricavi, di internazionalizzare il brand e monetizzare le audience oltre confine;

  6. Scarsa propensione all’innovazione;

  7. Distacco delle nuove generazioni dagli sport tradizionali.

Queste problematiche, così drammaticamente esposte nella introduzione del Report ( pag. 5 , Alberto Biancardi, Arel), avrebbero avuto ben maggiore rilievo se fossero state approfondite nelle considerazioni conclusive dello Studio, accompagnate da concrete proposte operative, peraltro, accennate, sinteticamente, nell’intervista del Presidente Gravina del 27 giugno scorso a “La Gazzetta dello Sport” ( cfr, www.federsupporter.it).

Proposte alcune delle quali portate, da tempo, da Federsupporter all’attenzione delle Istituzioni sportive e politiche.

Quanto al merito delle questioni, è sufficiente analizzare l’evoluzione del “profilo patrimoniale aggregato” delle società professionistiche ( pag. 94) per avere la conferma di un default , ormai, acclarato .

Un totale indebitamento delle Leghe di A, B e C di € 5 miliardi e 381 mln a fronte di un Patrimonio Netto di € 786,7 milioni, che evidenzia un insostenibile rapporto Patrimonio Netto/ Debiti di oltre il 14 % (un indice ritenuto aziendalmente accettabile oscilla dal 3% al 4%) ed un Risultato netto negativo che ha sfondato, ampiamente, il muro del miliardo di euro: 1 miliardo e 214 mln !

Un Risultato trascinato dalla Lega Serie A che, da sola, concorre per l’ 82,5% alle perdite aggregate.

Una Lega che, mentre è riuscita ad aumentare, nel periodo 2016-2017/ 2020-2021, i propri mezzi patrimoniali di € 416 milioni è anche riuscita ad aumentare il proprio indebitamento di € 1 miliardo e 258 mln, in una spirale di dipendenza finanziaria da terzi che non può andare oltre. E ciò nonostante l’apporto al conto economico dei ricavi da plusvalenze ,nell’analogo periodo, pari a € 3 miliardi e 213,5 milioni.

La legittimità/liceità dell’utilizzo delle plusvalenze, sotto il profilo della verità e correttezza sui bilanci dei club è ,tuttora, oggetto di valutazione e discussione, anche in sede di giustizia ordinaria.

Ciò che impressiona è la sommatoria di questa componente straordinaria alla perdita registrata nel periodo in esame : € 4 miliardi e 427,5 milioni.

Cioè una gestione dei club professionistici che non avrebbe potuto sopravvivere senza i ricavi da plusvalenze, tipici risultati di una gestione straordinaria , così come anche evidenziato dai Report di Deloitte nella classificazione delle TOP 20 europee che, correttamente, valutano le performances dei club al netto di questi ricavi.

In questa situazione di crisi generale e strutturale, degna di nota è la strategia in atto del Gruppo Friedkin nella AS Roma.

Una strategia che prevede, da un lato, l’immissione di capitali diretta a ridurre il livello di indebitamento (cfr.a), dall’altro l’investimento nell’area di Pietralata per la costruzione dello stadio (cfr.c). Ma, soprattutto, prevede una pianificazione diretta alla diversificazione dei ricavi, all’internazionalizzazione del brand, all’aumento dell’audience ( cfr. e).

Quando sopra sfruttando le potenzialità incrociate del portafoglio business del Gruppo e gli effetti sia del brand sia della visibilità di importanti giocatori ( cfr. d), oltre ad una attenta opera di marketing nei confronti della propria tifoseria diretta a recuperare nuove generazioni di tifosi ( cfr. g).

A tutto questo si aggiunge la strategia di uscita dalla Borsa per la quale l’OPA ha, ormai, superato la soglia del 95% di possesso dell’attuale azionista.

Una strategia che conferma l’assoluta necessità del superamento, dopo oltre 20 anni, del modello di società calcistiche quotate, visto, da un lato, l’insuccesso nel coinvolgimento dei tifosi nell’azionariato e, soprattutto, dall’altro, l’aleatorietà dell’investimento basato sul principale asset dei bilanci dei club, cioè il patrimonio giocatori; una aleatorietà, come dimostrato recentemente dai giudizi degli organismi giudiziari sportivi, incompatibile con qualsiasi principio di prudente apprezzamento dell’investimento stesso.

Situazione che ha portato le tre società calcistiche italiane quotate alla perdita di valore del titolo dal primo giorno di quotazione al 31.12.2021 rispettivamente dell’87,9% per la AS Roma , del 95,2 % della SS Lazio e del 73,0% della Juventus FC.

Il giudizio del Report circa il permanere in borsa di Club calcistici europei ( n. 25) è significativo :” hanno bruciato circa 650 miliardi di euro di capitalizzazione “ ( cfr.pag. 177).

Si pensi, inoltre, alle notevoli svalutazioni del valore di mercato dei calciatori delle 5 Top League ( Premier, Bubndesliga,Liga, Serie A, Ligue1), diminuito del 6%, passando da € 31 miliardi e 199 milioni, nel 2019 a € 29 miliardi e 380 milioni nel 2021, ed alla rarefazione degli investimenti nel trading market di calciatori ridotto, nello stesso periodo, da € 6 miliardi e 649 milioni a € 3 miliardi e 823 milioni, con una contrazione del 42,5 %.

Sul piano del “profilo social”, indicatore particolarmente rilevante per i giovani, è sufficiente esaminare il gap delle 5 TOP League richiamate che vede l’Italia distaccata notevolmente dalle realtà più seguite ( Spagna e Inghilterra): – 64,6% di follower su instagram e – 59,6% di follower su twitter, oltrre a – 50,1% su facebook, nei confronti con la Spagna, risultata prevalere in questa particolare classifica.

Investire, cioè, in giocatori con alta visibilità comporta un effetto di trascinamento sul club di appartenenza di tutto rilievo, non tanto in termini sportivi, quanto di marketing. A fronte di top player quale Cristiano Ronaldo ( 633,5 milioni di follower) in Italia i calciatori più seguiti sono Ibrahimovic ( 94,3 milioni di follower) e Dybala ( 52,6 milioni di follower), che non hanno certamente brillato per le loro prestazioni sportive in questa stagione.

Questa situazione di elevata asimmetria, societaria, gestionale e di marketing con altre realtà del nostro calcio dovrebbe indurre tutti i protagonisti ad un riposizionamento strategico immediato che poggi, anche e soprattutto, su una base azionaria in grado di sostenere le strategie sopra richiamate.

Pertanto, gli attuali residui “padroncini” del sistema calcio italiano dovrebbero domandarsi se sono in grado di affrontare sfide, non solo e non tanto finanziarie, quanto strategicamente necessarie e non più dilazionabili.

In altre parole, risulta del tutto anacronistico e insostenibile che possano continuare ad esistere società che, almeno, vogliano essere o diventare competitive a livello nazionale ed internazionale, basate sul modello della family company, anziché della corporate company.

Imperativo tanto più categorico se si tiene presente l’ormai affermato intervento nel nostro calcio di fondi di proprietà straniera, private equity, o meglio ancora veicoli di investimento societario ( Special Purpose Acquisition Company- SPACs) di cui non si conosce alcuna informazione finanziaria, che vedono nell’attuale situazione fallimentare occasioni di investimento con interessanti ritorni in termini finanziari di non lungo periodo: la recente vendita, fra le altre, del pacchetto azionario del Milan ne è la più realistica prova.

L’approfondita radiografia del nostro sistema calcio effettuata dal Report FIGC deve costituire il solco nel quale portare rapidamente avanti il rinnovamento,

Diversamente, le reiterate “grida manzoniane” della FIGC rappresenterebbero solo un esercizio da ufficio studi, fine a se stesso, dove fotografie, grafici, diagrammi statistiche a colori, attraggono, superficialmente, il lettore, lasciando il sistema calcio nel suo limbo gattopardesco.

Alfredo Parisi

Presidente Federsupporter

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