Adel Taarabt raccontato da cinque citazioni

Partendo da cinque frasi, ecco un ritratto del trequartista marocchino comprendente altrettante sfumature del suo carattere

Adel Taarabt (Photo by Paolo Rattini/Getty Images)

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Quando scrivemmo che sarebbe arrivato in prestito dal Benfica per 18 mesi, il collega Alessandro Legnazzi non mancò di ripercorrere la sua carriera per filo e per segno (CLICCA QUI PER LEGGERE IL PEZZO), e in effetti il ritratto delineato a proposito del personaggio di cui sto per scrivere calzava perfettamente. Un testa calda, un irrazionale calderone di impulsi ostinatamente contrari, una fucina di grandi idee e ottime referenze che però andavano ad infrangersi con un lato, quello caratteriale, che arriverà a ridimensionare la carriera di questo talento cristallino. Adel Taarabt è il classico esempio di “vorrei ma non posso”, di contrasto tra yin e yang, di personaggio che per un certo punto della sua vita sportiva è parso camminare sul pericoloso bordo che separa la fama dall’ignominia. Così leggiadramente a suo agio in quel limbo tra la definitiva esplosione e un ulteriore posticipo, Adel doveva decidere che fare del suo futuro. E così, con quel pizzico di sfacciataggine che l’ha sempre contraddistinto, ha fatto i bagagli ed è partito in direzione Genova. Ora proviamo a raccontarvi qualcosa su di lui, partendo da cinque frasi prese in prestito da UltimoUomo.

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