Calcio e politica, immigrazione e sicurezza che si mescolano col pallone. Tra le voci del Decreto Salvini, scrive la Gazzetta dello Sport, v’è pure un cavillo destinato ai clubs di Serie A: in particolare, si legge che solo le società col bilancio a posto potranno accedere alla ripartizione dei proventi derivanti dalla cessione dei diritti tv. Mutatis mutandis, solo chi si avvarrà della vigilanza della Consob potrà aver accesso alla “ripartizione della quota dei diritti audiovisivi”.
A tal proposito giova ricordare come il Genoa sia in regola: il club più antico d’Italia si avvale delle relazioni certificate da Nexia Audirevi e, come si legge dalla relazione allegata al bilancio 2017 del Genoa, la società è iscritta all’ “Albo speciale delle società di revisione con delibera Consob n° 10819 del 16 luglio 1997”.
Ecco il testo completo dell’articolo 41: “A partire dalla stagione sportiva 2019-2020, possono accedere alla ripartizione della quota dei diritti audiovisivi da assegnare ai partecipanti ai campionati di calcio di serie A e B solo le società, quotate e non quotate, che abbiano sottoposto i propri bilanci alla revisione legale svolta da una società di revisione iscritta nel registro dei revisori contabili, la quale, limitatamente a tali incarichi, è soggetta alla vigilanza della Commissione nazionale per le società e la borsa. Hanno la durata di tre esercizi e non possono essere rinnovati o nuovamente conferiti se non siano decorsi almeno tre anni dalla data di cessazione dei precedenti”.