I dubbi di Federsupporter e Italia Nostra sul nuovo stadio della Roma a Tor di Valle

In particolare ci sono dubbi di legittimità costituzionale sulla Conferenza di servizi per l'impianto


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Si è tenuta oggi, 10 gennaio 2017, presso la Sede di ITALIA NOSTRA, Sezione di Roma, via dei Gracchi n 187 , la prevista Conferenza stampa indetta dalla stessa Italia Nostra, cui ha partecipato anche Federsupporter, concernente l’impianto di Tor di Valle.

Nel corso ed in esito alla Conferenza, che ha visto l’intervento di numerosi esponenti degli organi di informazione, è emerso quanto segue.

Premesso che sia Federsupporter sia Italia Nostra sono favorevoli alla realizzazione di moderni stadi polifunzionali sul modello di quelli già da tempo realizzati in Inghilterra ed in Germania, nonché, in Italia, dalla Juventus e dall’Udinese, tuttavia, sono nettamente contrari a che, con il pretesto di tale realizzazione, si vogliano mascherare, in realtà, colossali speculazioni, estranee al pubblico interesse e unicamente e prevalentemente finalizzate ad interessi molto privati e specifici.

Basti pensare, a questo proposito, che la superficie utile lorda destinata allo Stadio ed opere strettamente connesse sarebbe pari ad appena il 12,42 % dell’intera superficie utile lorda comprensiva di un così detto “Business Park” ( eufemismo anglosassone che nasconde un enorme complesso edilizio a destinazione commerciale).

La Delibera comunale del dicembre 2014, che ha ravvisato il pubblico interesse nello Studio di fattibilità allora presentato, ha evidenziato, una volta venuti a conoscenza di taluni atti endoprocedimentali finora non conosciuti e non conoscibili, tutta una serie di incongruenze e di inosservanze di legge che fanno fortemente dubitare della sua legittimità e, quindi, della sua validità.

Profili di illegittimità che sono attualmente alla valutazione di un Collegio di autorevoli giuristi.

Anche la Conferenza di servizi decisoria, attualmente in corso, si sta svolgendo in maniera confusa, contraddittoria, tra molti e insanabili contrasti emersi fra soggetti pubblici che vi partecipano e con la ricerca spasmodica di pervenire a soluzioni di compromesso tra detti soggetti e tra questi ed il proponente, nonché a rilevanti e sostanziali modifiche della Delibera del dicembre 2014.

Modifiche che altererebbero la tendenziale stabilità, prevista dalle legge, del Progetto definito in sede di Conferenza di servizi preliminare.

Ne consegue che l’unico, legittimo strumento per l’attuale Amministrazione capitolina, allo scopo di evitare che si compia lo scempio deliberato dalla precedente Amministrazione, scempio, peraltro, fortemente contestato e contrastato da chi era allora all’opposizione ed oggi è al governo del Comune, è quello o di dichiarare nulla la suddetta delibera perché contra legem o di revocarla in autotutela a causa della sopravvenuta carenza del pubblico interesse.

Carenza che sarebbe resa evidente dalla rinuncia a gran parte delle opere pubbliche ivi previste: rinuncia finalizzata a ridurre la superficie utile lorda e la cubatura del così detto “ Business Park”.

Aggiungasi come la Conferenza di servizi, nella disciplina di cui al Decreto legislativo n 127 2016, appare di dubbia legittimità costituzionale, in specie sotto il profilo dell’art. 97 della Costituzione ( Buon andamento e imparzialità della Pubblica Amministrazione), in quanto tale disciplina sacrifica alla celerità del procedimento la corretta definizione dell’assetto degli opposti interessi pubblici in gioco e l’adeguato bilanciamento di essi.

Non solo, ma il procedimento in corso si appalesa, inoltre, sempre di più, come un “ contenitore” vuoto, in cui far confluire definizioni e decisioni assunte, in realtà, altrove, in separati e riservati contatti e incontri tra soggetti pubblici coinvolti e tra questi ed il proponente, in violazione dei generali principi di trasparenza e di pubblicità cui, per legge, deve sottostare il procedimento stesso.

Per finire, all’esito della suddetta Conferenza di servizi decisoria, si valuteranno le eventuali iniziative da assumere in ogni opportuna sede, nessuna esclusa, a tutela dei diritti e degli interessi collettivi rispettivamente rappresentati e, più in generale, di tutti i cittadini.

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