Correva l’anno 1935: il Genoa rischiò di concedere due punti al Napoli

Il Grifone, targato allora Genova 1893, pareggiò 2-2 contro il Napoli a due minuti dalla fine con gol di Evaristo II

Il portiere del Napoli Mosele blocca in presa alta il pallone, davanti al genoano Evaristo II (Foto da Il Littoriale)

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Domenica 8 dicembre 1935 il neopromosso (dopo il primo dei trentatré campionati disputati nella cadetteria nella sua ultrcentenaria storia) Genova 1893 (come all’epoca si chiamava, in omaggio all’autarchia linguistica fascista, il Genoa) affrontò al “Luigi Ferraris” il Napoli in un incontro che va ricordato per una cerimonia propagandistica – per usare la terminologia del Regime presieduto da Benito «il Duce degli Italiani» Mussolini – “contro le inique sanzioni della Società delle Nazioni” conseguenti all’invasione dell’Etiopia da parte dell’Italia, consistente nel fingere di dare – come dimostrato dalla sopravvivenza dei trofei nella bacheca del Genoa – alla Patria impegnatasi in una rigida politica autarchica metalli pregiati. Così scrisse nel servizio sulla partita La Gazzetta dello Sport: “Oggi il Genova [1893] offre anche i simboli cari del suo riverente passato alla Patria che chiama. Si incontrano, sulla soglia della segreteria i [R.] De Vecchi, i Santamaria [I], i De Prà: vanno a dare una occhiata inconsciamente fiera, e forse inconsciamente nostalgica, alle «loro» coppe, alle «loro» medaglie. Poi tutti i trofei, con rito semplice e austero, verranno consegnati, per mani di una trentina di ragazzetti dell’ultima covata rosso-blu, al Federale di Genova [Giorgio Molfino]: 25 coppe, 62 medaglie, 4 targhe; 51 grammi d’oro, 15,850 chili d’argento, 26,350 chili di bronzo”.

In una giornata di vento freddo e con il terreno duro i partenopei non seppero sfruttare fino in fondo il vantaggio di una rete che ebbero per due volte e il fatto di attaccare con la tramontana alle spalle nella ripresa. Al 42’ del primo tempo l’ala sinistra partenopea Giovanni Venditto, sfuggita all’incerto mediano destro Bruno De Negri (alla seconda – dopo l’esordio nell’1-1 esterno con la Lazio di sette giorni prima – delle sue quattro presenze nell’unica stagione rossoblù della sua carriera), cui competeva la sua marcatura con la tattica di gioco del «metodo», mise in mezzo all’area di rigore un pallone che venne intercettato con una mano da Renato Vignolini: il calcio di rigore assegnato dal signor Gino Mazzarini di Roma venne trasformato con un tiro a mezza altezza dal centravanti Carlo Buscaglia. Nella ripresa il tecnico magiaro dei padroni di casa Wirth György «Ripp» Orth spostò l’argentino Marino «Mario el galgo» Evaristo II da mezzala sinistra ad ala destra, Renzo Gobbi da ala destra a mezzala destra e l’argentino Juán Manuel Esposto da mezzala destra a mezzala sinistra. Al 22’ Evaristo II si involò sulla fascia e fece partire un traversone respinto dalla difesa del Napoli e ripreso dall’italo-uruguaiano Emanuel «Manolo» Fillola, che rimise il pallone nel cuore dell’area di rigore dove Evaristo II anticipò di testa l’uscita alta di Vittorio Mosele, bravo nei minuti successivi a riscattarsi con difficili parate su pericolose conclusioni del centravanti italo-argentino dei rossoblù Julio «Libo» Libonatti.

Nel momento migliore dei padroni di casa, sostenuti da un gran numero di spettatori, accorsi allo stadio a dispetto del clima rigido, il Napoli si riportò in vantaggio con il suo giocatore di maggior prestigio, l’ala destra italo-paraguaiana Attila «Veltro» Sallustro I, che capitalizzò al 25’ con un secco rasoterra che non diede scampo al portiere Manlio Bacigalupo III il pallone recapitatogli da Venditto dopo la sua ennesima fuga sulla fascia sinistra e non intercettato dai terzini Paolo Agosteo e Vignolini.

Il Napoli a quel punto si preoccupò molto più di conservare l’esiguo vantaggio anziché di incrementarlo e il suo allenatore, l’ungherese Károl Csapkay (che in quella stagione aveva raccolto la pesante eredità lasciata dall’inglese «Mister» William «Billy» Garbutt, per sei anni consecutivi sulla panchina partenopea) scambiò le posizioni in campo tra Buscaglia e il terzino destro, l’italo-brasiliano Paulo «Pippone» Innocenti. A due minuti dal termine una punizione dal limite dell’area di rigore tirata dall’argentino Rodolfo Orlando «Tano» Orlandini creò una mischia nell’area di rigore che venne risolta da Evaristo II con una conclusione da opportunista che fissò il risultato sul 2-2.

Stefano Massa

(Membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

Tabellino

Genoa-Napoli 2-2

Reti: primo tempo Buscaglia (rig) 42′; secondo tempo Evaristo 22′ Sallustro 26′ Evaristo 43′
Genoa:
Bacigalupo; Agosteo, Vignolini; De Negri, Figliola, Orlandini; Gobbi, Esposto, Libonatti, Evaristo, Ferrari;
Napoli: Mosele; Fenoglio, Innocenti; Colombari, Uslenghi, Rivolta; Sallustro, Rossetti, Busoni, Buscaglia, Venditto;
Arbitro: Sig. Mazzarini di Roma

 

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