Correva l’anno 2020: il Genoa perse 2-3 contro la Lazio l’ultima partita casalinga senza limitazioni di capienza

Si giocò al Ferraris esattamente 25 mesi e 18 giorni fa

Criscito Milinkovic-Savic Genoa Lazio
Criscito contro Milinkovic-Savic (foto di SS Lazio)

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Sabato 15 febbraio 2020 il Genoa, vincendo 3-0, espugnò il “Renato Dall’Ara” di Bologna, portandosi a 22 punti dopo ventiquattro giornate, cioè a uno di distacco dalla quartultima Sampdoria, che il giorno dopo non avrebbe «mosso la classifica», essendo stata travolta «tra le mura amiche» dalla Fiorentina (i viola si imposero per 5-1). Nella serata della domenica la Lazio si portò al secondo posto, avendo vinto 2-1 lo «scontro diretto» all’“Olimpico” con l’Internazionale e a un solo punto di distacco dalla capolista Juventus. È stata quella l’ultima giornata con il pubblico sugli spalti senza limitazioni di affluenza fino alla XXXI giornata del Campionato di Serie A 2021/2022, giocatasi tra venerdì 1° e lunedì 4 aprile (quindi, il Genoa tornerà a giocare in casa con il massimo della capienza di spettatori disponibile contro la stessa squadra con cui aveva avuto per l’ultima volta quella possibilità venticinque mesi e diciotto giorni prima, curiosamente sempre alle ore 12,30). Nel turno successivo, in cui rientrava Genoa-Lazio 2-3 (il secondo «Lunch Match» tra le due squadre al “Luigi Ferraris” – domenica 5 febbraio 2012 a imporsi per 3-2 erano stati, invece, i padroni di casa –, di cui si occuperà la rubrica odierna), il pubblico poté entrare senza limitazioni a tutte le sei partite disputate, visto che quattro (Torino-Parma e Hellas Verona-Cagliari, recuperate sabato 20 giugno, e Atalanta-Sassuolo e Internazionale-Sampdoria, che si giocarono domenica 21 giugno) furono rinviate per i problemi connessi al Covid-19. Tra non poche polemiche ai tifosi della Lazio venne concessa la parte di Gradinata Sud vicina al Settore 6, tradizionalmente riservato ai sostenitori della squadra avversaria del Genoa e quel giorno insufficiente per tutti coloro che volevano seguire la squadra biancoceleste a Genova.
L’equilibrio nel risultato dell’incontro sopravvisse solamente due minuti. visto che gli ospiti passarono in vantaggio alla prima occasione da rete: su lancio di sinistro «a tagliare il campo» da una «tre quarti» all’altra del difensore sinistro della Lazio, il romeno Stefan «the Boss» Radu, il laterale destro di centrocampo nato a Belgrado, ma di nazionalità montenegrina, Adam «Re Adam» Marusić schiacciò con la fronte il pallone a terra, che gli venne lanciato in profondità con un tocco di sinistro dall’ecuadoriano Felipe Salvador «el Panterón» Caicedo Corozo, e se lo portò a tutta velocità in avanti, resistendo al contemporaneo intervento sulle sue due spalle di quella sinistra di Andrea «il Thuram bianco» Masiello e di quella destra del francese di origine maliana (i suoi genitori sono nati in quella nazione africana) Adama Bakary «il Mastino» Soumaoro, e, anzi, sfruttando la conseguente perdita di equilibrio, per calciarlo in scivolata di interno destro da otto metri nell’angolino alto sinistro della porta rossoblù. Al 14’ la Lazio si vide negare la rete del raddoppio da un intervento in tuffo – deviazione sul fondo – con la mano destra da Mattia «Airone» Perin su un tiro non potente da sei metri – in posizione leggermente defilata sulla sinistra – di sinistro di Caicedo Corozo, il quale aveva sfruttato un’ottima «verticalizzazione» del brasiliano con passaporto italiano (essendo un bisnonno toscano emigrato nell’America Meridionale) Lucas «il Muro» Pezzini Leiva, subìto il «disturbo» di Soumaoro e cercato di sorprendere l’estremo difensore genoano sul «primo palo». Al 25’ fu, invece, il Genoa ad andare vicinissimo al pareggio: calcio di punizione battuto dalla destra, a quattro metri dalla linea laterale e a diciassette da quella di fondo dal «regista» danese Lasse «Boomerang» Schöne. colpo di testa in diagonale di Andrea «la Torre di Pisa» Favilli e pallone respinto dal palo sinistro.
Nei primi minuti della ripresa la Lazio organizzò due efficaci contropiedi: al 4’ lo spagnolo Luis Alberto «il Mago» Romero Alconchel, servito sulla destra da Ciro «Ciro il Grande» Immobile e fronteggiato da Soumaoro, fece partire a dodici metri dalla linea di fondo un diagonale di interno destro che mandò il pallone a lambire il palo sinistro; al 6’ il capitano dei biancocelesti «svestì» i panni del «rifinitore» per «indossare» quelli abituali dello «stoccatore», quando, approfittando di un pallone conteso tra Caicedo Corozo e Davide «Biro» Biraschi, che l’aveva toccato con l’esterno destro appena dentro l’area di rigore, se ne impadronì per battere da quindici metri, sùbito dopo un «controllo orientato», Perin, vanamente proteso in tuffo, con un tiro non forte, ma «chirurgico», di interno destro nell’angolino sinistro basso. I rossoblù non si demoralizzarono e riuscirono nel giro di cinque minuti a dimezzare lo svantaggio con un’azione stupenda avviata e conclusa nella sua parte finale da Francesco Cassata: l’esterno sinistro del centrocampo dei padroni di casa, dopo aver operato dalla «tre quarti» di sinistra un lancio di destro, «tagliò il campo» di corsa, andando a ricevere il pallone restituitogli dal danese Peter Svarrer Ankersen, che lo aveva stoppato di petto e giocato di interno destro, e lo scaraventò con un tiro ad effetto di interno destro, scoccato da diciotto metri all’interno della lunetta dell’area di rigore sulla destra, nell’angolino alto sinistro della porta, vanificando il tuffo dell’estremo difensore nato ad Atene (suo padre, Fotaq «Foto», difendeva nel 1995, quando nacque, la porta dell’Olympiakos Pireo e quella della Nazionale con l’Aquila bicipite), ma di nazionalità albanese, Thomas Strakosha. Altrettanto spettacolare, anche se di qualità leggermente inferiore, perché segnata colpendo da fermo il pallone, fu al 25’ la terza rete degli ospiti – e seconda di un ex rossoblù, dopo quella di Immobile – su calcio di punizione «a foglia morta» di interno destro da venti metri – all’interno della lunetta dell’area di rigore, sul lato sinistro – di Danilo Cataldi, che fece passare il pallone sopra alla testa del paraguaiano Arnaldo Antonio «Tonny» Sanabria Ayala, posizionato in barriera, che pure era saltato a tempo, facendolo ricadere sotto la traversa non lontano dal palo destro, cioè dal lato opposto in cui si trovava Perin. Venti minuti dopo il capitano del Genoa, Domenico «Mimmo» Criscito, con un angolato diagonale di sinistro a una ventina di centimetri da terra (Strakosha, si buttò sulla sua destra, venendo spiazzato), realizzò un calcio di rigore inizialmente non concesso dal signor Fabio Maresca di Napoli, che non aveva visto il tocco con la mano destra di Manuel «Duracell» Lazzari che aveva interrotto un’azione del nordmacedone Goran «Pandevmonio» Pandev ed era ritornato sulla sua decisione dopo aver rivisto al monitor posizionato a bordo campo l’azione «incriminata», su segnalazione del collega VAR Davide Massa di Imperia. Nei cinque minuti di recupero che furono concessi i padroni di casa non ebbero la possibilità di far «esplodere» di gioia i tifosi assiepati nella Gradinata Nord, verso la porta sottostante alla quale attaccavano, che, comunque, alla fine dell’incontro tributarono loro un lunghissimo applauso per la generosa prestazione offerta.

TABELLINO
Genova, domenica 23 febbraio 2020, Stadio “Luigi Ferraris”, ore 12:30
Genoa-Lazio 2-3 [Anticipo della XXV giornata del Campionato Italiano 2019/2020]
Arbitro: Maresca [Napoli]; Arbitro VAR: Massa [Imperia]
Spettatori: Ventiquattromila circa
Marcatori: nel 1° tempo al 2’ Marusić (L); nel 2° tempo al 6’ Immobile (L), all’11’ Cassata (G), al 25’ Cataldi (L), al 45’ Criscito su rigore (G)
Genoa (3-5-2): 1 Perin; 14 Biraschi, 92 Souamouro, 55 A. Masiello; 32 Ankersen (dal 12’ del 2° T.: 10 Iago Falque), 85 Behrami, 20 Schöne, 29 Cassata, 4 Criscito; 30 Favilli (dal 12’ del 2° T.: 19 Pandev), 9 Sanabria (dal 28’ del 2° T.: 23 Destro jr.). Allenatore: Nicola.
Lazio (5-3-2): 1 Strakosha; 4 Patric, 99 Vavro, 26 S. Radu; 77 Marusić, 21 Milinković-Savić I, 6 Lucas Leiva (dall’8’ del 2° T.: 32 Cataldi), 10 Luis Alberto, 22 Jony (dal 17’ del 2° T.: 29 M. Lazzari); 20 Caicedo (dall’8’ del 2° T.: 11 Correa), 17 Immobile. Allenatore: Inzaghi II.
Note: l’incontro inizia con un paio di minuti di ritardo per provvedere a riparare un buco nella rete della porta sottostante la Gradinata Sud rilevato da un guardalinee; in Gradinata Nord viene esposto lo striscione SILVIO, NON SEI SOLO! NOI SIAMO CON TE!; nella Gradinata Sud, visto il grande afflusso di tifosi della Lazio, viene concessa loro sia nel primo sia nel secondo piano la parte occidentale, separata da stewards, forze dell’ordine e una zona neutra da quella orientale in cui vi sono i tifosi rossoblù; al 19’ del 2° T. l’arbitro si scusa con Schöne per averne involontariamente ostacolato con la schiena un intervento; Cataldi segna su calcio di punizione da 20 m.; il calcio di rigore trasformato da Criscito viene concesso al Genoa dopo che l’arbitro ha rivisto, su segnalazione del VAR, al monitor a bordo campo il tocco con la mano destra di M. Lazzari che non aveva rilevato.

Stefano Massa
(membro del Comitato Storico Scientifico del Museo della Storia del Genoa)

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