Quella contro i ducali era la partita più abbordabile nel ciclo di ferro che il Grifone dovrà affrontare nel futuro immediato (Juve, Udinese, Inter, Napoli, derby e Torino), ed il Grifone l’ha affrontata inizialmente in modo molto guardingo, preoccupandosi delle velocissime folate in contropiede di Siligardi, Inglese e soprattutto Jervinho (tanto che Prandelli sull’ivoriano ha preferito schierare il più veloce Pedro Pereira piuttosto che Biraschi, più roccioso e meno “terzino” rispetto al portoghese).
Annullati i pericolosi contropiedisti del Parma grazie ad una buona prova di tutta la difesa, nella ripresa il nostro centrocampo seppur lento e compassato ha cominciato a macinare gioco e qualche occasione interessante in avanti, ma si è mostrata quanto mai chiara ed evidente la grandissima lacuna della nostra squadra dopo la partenza di Piatek nel riuscire ad occupare gli spazi nell’area di rigore avversaria e, soprattutto di non avere in rosa un giocatore che si faccia rispettare in zona gol.
A Parma si è rivisto Lapadula in campo, ma il tempo ha dimostrato quanto sia fumoso e sterile l’apporto che può dare l’ex milanista.
Ci sarebbe allora ancora da sperare in Favilli, ma il reale motivo della lunghissima assenza dai campi di gioco dell’ex juventino è uno dei più grandi misteri di questa stagione.
Quindi il cantiere Prandelliano ha finalmente fatto vedere qualcosa di positivo, soprattutto nell’occupazione del campo di gioco, ma non aver fatto oggi risultato è un dato preoccupante in vista dei prossimi impegni di campionato, quando incontreremo squadre forti e motivate o avversari affamati di punti.
Con trenta punti in classifica non dobbiamo disperarci, e di fronte al ciclo di ferro che affronteremo tutto ciò che arriverà in quel periodo sarà gradito ed insperato, ma soprattutto utile ad arrivare alla tanto agognata quota salvezza.
PS: Piatek, mi manchi!
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Forza Genoa!
(Andrea Moresi)
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