GRIFO D’ATTACCO – Perché privarsi di Scamacca?

Ballardini rimedia solo in parte a un primo tempo concesso alla Juventus

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Il giornalista Beppe Nuti, voce e volto storico delle emittenti radio-tv genovesi

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La Juventus cala il tris al Genoa, in gol con il solo Scamacca, in una partita dai due volti. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 213ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

La striscia positiva del Grifone si ferma a tre risultati consecutivi. «Come almeno tre sono state le occasioni da rete create a Torino: non capita ogni stagione. Il Genoa ha concesso il primo tempo alla Juventus, che ne ha approfittato portandosi in vantaggio di due gol, il secondo propiziato dall’indemoniato Chiesa che ha approfittato di un disimpegno sbagliato di Radovanovic. Poi c’è stata una reazione, iniziata fin già dalla palla gol che Scamacca ha sparato su Szczesny: il 3-4-2-1, con Pjaca (incredibile pareggio divorato al 56′) e Pandev dietro al numero nove rossoblù, funzionava bene a tal punto da lasciar intravedere il pareggio. Ballardini non mi è piaciuto da questo momento della partita».

In che senso? «Premetto che secondo me il mister, autore di un capolavoro stagionale, ha sbagliato qualche scelta iniziale, soprattutto nel centrocampo orfano di Strootman: ho visto Behrami poco concreto mentre Rovella ha sofferto il costante uno-contro-uno di Cuadrado, giocatore esiziale nello scacchiere della Juve. Nella ripresa, invece, non ho capito la sostituzione di Scamacca nel miglior momento del Genoa, peraltro troncato dal gol di McKennie giunto pochi secondi dopo a causa di un tentativo di fuorigioco disinnescato da Ghiglione. L’attaccante era il migliore in campo in campo assieme a Perin, autore di tre grandi interventi, e Zappacosta che nel primo tempo, in occasione dell’ammonizione di Cuadrado, poteva essere lasciato libero di calciare in virtù della norma del vantaggio. Ballardini ha preferito disputare la volata finale della partita senza punte e con un Shomurodov in ombra».

Il Genoa ha concluso la partita in dieci. «Capitò già contro l’Hellas Verona, situazione recidiva: si fece male Pellegrini, ancora oggi indisponibile, ma Badelj pescò il jolly calciando in rete l’ultimo pallone della partita. Stavolta è Zappacosta a fermarsi: la sua muscolatura potente da mezzofondista, simile a quella di Spinazzola, lo porta a stirarsi più di frequente rispetto agli altri calciatori. Per fortuna è uscito sulle sue gambe, magari fermandosi anzitempo evitando di giocare sul dolore: al netto della diagnosi degli esami specialistici cui si sottoporrà in queste ore, l’importante è che torni al meglio contro Benevento e Spezia, la coppia di partite decisiva per la salvezza del Genoa».

Oltre al treno Zappacosta, al Meazza mancherà anche lo squalificato Criscito. «Assenze pesanti in ottica Milan, inutile nasconderlo. Mister Ballardini può risolvere tali vuoti con l’inserimento di Goldaniga e uno tra Biraschi e Masiello per una maglia da titolare. Sulla fascia destra ci sarà spazio per Ghiglione: da monitorare giorno dopo giorno la condizione di Czyborra, alle prese con un trauma distorsivo al ginocchio. Il Genoa è chiamato a giocare contro la seconda in classifica (senza Ibrahimovic) con la stessa voglia di vincere che allo Stadium si è vista soltanto nel secondo tempo».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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