Chievo-Genoa 2016: il primo derby dei fratelli Rigoni, Nicola battè 1-0 Luca

Per la prima volta i due fratelli si affrontarono da avversari: per loro è stata un'esperienza indimenticabile. I "mussi volanti" superarono il Grifone con un gol di Castro

Luca e Nicola Rigoni (Foto tweet ufficiale Chievo Verona)

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Domenica 28 febbraio 2016 allo stadio “Marc’Antonio Bentegodi” per la XXVII giornata del Campionato di Serie A il ChievoVerona ricevette la visita del Genoa, che aveva tre punti in meno in classifica. I «Mussi volanti» si erano tenuti in «quota di sicurezza» grazie a due successi esterni (1-0 sul Bologna domenica 10 gennaio e 2-1 sul Torino domenica 7 febbraio), ma non vincevano in quell’impianto da due mesi e mezzo (1-0 all’Atalanta domenica 13 dicembre 2015), avendo poi raccolto tre pareggi e una rovinosa sconfitta per 0-4 (contro la Juventus domenica 31 gennaio) ed otto giorni prima un doloroso 1-3 nel derby giocato formalmente in casa del «fanalino di coda» Hellas Verona (alla fine del Campionato ultimo in classifica e distanziato di ben ventidue punti dai «cugini» rappresentanti la frazione sud-occidentale della «città di Giulietta»). Il Genoa, che aveva in quel campionato un pessimo «ruolino di marcia» in trasferta (nelle prime tredici una vittoria, quattro pareggi ed otto sconfitte), avendo vinto 2-1 in rimonta sette giorni prima al “Luigi Ferraris” contro l’Udinese una partita fondamentale per la sua rincorsa alla salvezza, ebbe nell’occasione un «calo di tensione», sicché si barcamenò finché la partita rimase con le reti inviolate, ma, dopo aver subito la rete scaligera, andò molto più vicino a subirne almeno un’altra che a realizzare quella del pareggio.

Il primo tempo fu «avaro» di occasioni da rete, che furono una per parte con due conclusioni di sinistro dell’ex rossoblù Valter Birsa al 30’ e del genoano Alessio «l’Henry di Valmontone» Cerci al 42’ che sfiorarono i pali della porta (il sinistro la conclusione del fantasista sloveno e il destro quella dell’attaccante laziale).

Il momento decisivo dell’incontro si ebbe al 5’ della ripresa, quando nel giro di pochi secondi l’argentino Lucas Nahuel «el Pata» Castro ebbe per due volte la meglio su Luca Rigoni I jr. (quel giorno impegnato per la prima volta nel «derby» in famiglia con il fratello minore Nicola), prima sottraendogli con un «tackle» scivolato il pallone prontamente passato al «regista» serbo Ivan «il turco» Radovanović, che lo smistò sulla destra a Fabrizio «the Hunter» Cacciatore, e poi raccogliendo in tuffo di testa a poca distanza dal palo destro della porta del Genoa il calibrato traversone dell’ex blucerchiato. Gli ospiti, quel giorno scesi in campo con maglia blu e bordi rossi, calzoncini rossi e calzettoni blu con striscia rossa, non trovarono la forza di reagire, venendo salvati al 13’, su tambureggiante azione partita da un’iniziativa e da un cross dalla sinistra di Massimo Gobbi rimesso al centro da una «torre» di Castro poco oltre il palo sinistro per favorire la conclusione di destro dalla linea dell’area di porta «a botta sicura» di Rigoni II jr., da un’interdizione dell’argentino Nicolás Andrés «el Padroncito» Burdisso I (il capitano rossoblù non aveva dimostrato altrettanta prontezza nell’azione della rete clivense, non essendo riuscito ad intervenire di testa per mettere oltre la linea di fondo il traversone di Cacciatore), che deviò con il piede destro oltre il fondo. Tra il 15’ e il 25’ «salì sul proscenio» il portiere genoano Mattia «Airone» Perin (autentico «eroe» nello stesso stadio del pareggio per 1-1 contro l’Hellas Verona cinque domeniche prima), che prima respinse un forte tiro, ancorché centrale, scoccato di destro poco dentro l’area di rigore dal democongolese-belga Paul-José «Pollo» Mpoku Ebunge, e poi deviò sul fondo una conclusione rasoterra di sinistro da venti metri di Birsa che, senza il suo intervento in tuffo, si sarebbe infilata nell’angolino destro della sua porta (tra i due episodi si inserì quello del fallo di mano – sinistra – nell’area di rigore rossoblù dell’appena entrato serbo Darko «Raz-ović» Lazović in un tentativo scoordinato – e non rilevato dal signor Michael Fabbri di Ravenna, che, come sarebbe accaduto fino al termine del successivo massimo campionato, non aveva il supporto del Video Assistant Referee – di intercettare di testa un traversone di Rigoni II jr.). L’unica occasione che ebbe il Genoa di pareggiare capitò sulla testa di Rigoni I jr. al 35’, ma il colpo di testa da una decina di metri del centrocampista scledense su traversone dalla «tre quarti» di destra dell’argentino Cristian Daniel «el Colo» Ansaldi finì tra le braccia del portiere argentino Albano Benjamin «el joven arquero» Bizzarri.

Il ChievoVerona poté così arrivare al decimo posto (perfetto centroclassifica) in compagnia dell’Empoli (sconfitto 1-3 in casa il giorno prima dalla Roma) a 34 punti, mentre il Genoa mantenne cinque punti di vantaggio sul Frosinone, terzultimo, sconfitto 0-2 quel giorno a Genova dalla Sampdoria, che, in virtù di quel successo, raggiunse i «cugini» a 28 punti.

Al termine della partita i protagonisti del «derby in famiglia» non si scambiarono la maglia, perché Luca l’aveva promessa a suo padre Gianluigi «Gigi» Rigoni sr. (rappresentante della terza generazione di una famiglia dedita da tempi lontanissimi alla pratica agonistica nel calcio e primo – sia cronologicamente sia come età, avendo in quella sua unica apparizione nella massima serie 18 anni 7 mesi e 29 giorni – ad aver messo piede su un campo di Serie A, avendo sostituito dopo quattordici minuti di gioco all’ultima giornata nelle fila dei già matematicamente retrocessi berici l’infortunato Gian Paolo Galuppi in Juventus-LaneRossi Vicenza 5-0 di domenica 18 maggio 1975, l’ultima di 648 partite disputate in venti campionati consecutivamente giocati dalla compagine biancorossa in Serie A), ma andarono insieme in automobile nella casa dei genitori di Cogollo del Cengio, nel Vicentino. Dopo essersi affrontati per la prima volta da avversari, nella successiva giornata di Campionato sia Nicola (immediato ed illusorio vantaggio sabato 5 marzo nella vittoria interna del Napoli per 3-1) sia Luca (unica rete dell’incontro vinto in casa dal Genoa sull’Empoli il giorno dopo) andarono in rete (per il gialloblù fu la prima rete in Serie A, per il fratello maggiore la prima con il Genoa e per entrambi la prima con una rete nella stessa giornata del massimo campionato), a chiusura di una settimana per loro due difficile da dimenticare.

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

TABELLINO

Verona, domenica 28 febbraio 2016, Stadio “Marc’Antonio Bentegodi”, ore 15,00

ChievoVerona-Genoa 1-0 [XXVII giornata del Campionato Italiano 2015/2016]

Spettatori: Ottomila circa

Arbitro: Fabbri [Ravenna]

Marcatore: Castro al 5’ del 2° tempo

Chievo (4-3-1-2): 1 A. B. Bizzarri; 29 Cacciatore, 3 Dainelli, 12 B. Cesar, 18 Gobbi; 19 Castro (dal 37’ del 2° T.: 21 Frey II), 8 Radovanović, 4 N. Rigoni II jr. (dal 23’ del 2° T.: 56 Hetemaj I); 23 Birsa (dal 26’ del 2° T.: 69 Meggiorini); 31 Pellissier, 40 Mpoku. Allenatore: Maran

Genoa (3-4-3): 1 Perin; 4 De Maio, 8 Burdisso I, 3 Ansaldi; 88 Rincón, 30 L. Rigoni I jr., 31 Dzemaili (dal 14’ del 2° T.: 77 Tachtsidis), 93 Laxalt; 11 Cerci (dal 18’ del 2° T.: 22 Lazović), 42 Matavz, 8 Suso (dall’11’ del 2° T.: 16 Capel). Allenatore: Gasperini

Note: Trecentosessanta tifosi circa al seguito del Genoa. Assistono all’incontro e nell’intervallo sfilano in campo le rappresentative femminili under 12 di Chievo, Entella-Lagaccio e Genoa, che in mattinata al “Carlantonio Bottagisio” di Chievo, frazione di Verona, hanno dato vita a un triangolare amichevole in cui si è classificata prima la formazione rossoblù (dopo aver pareggiato tra di loro la formazione chiavarese-genovese e quella scaligera sono state battute dalla vincitrice del torneo rispettivamente per 0-4 e 1-2).

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