LA LAVAGNA TATTICA: da rivedere le marcature del Genoa su calci da fermo

I palermitani Goldaniga e Rispoli hanno approfittato della scarsa aggressività in fase di marcatura degli uomini di Juric

Il gol del pareggio del Palermo (Photo by Tullio M. Puglia/Getty Images)

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Genoa- Palermo: quando la tattica lasci spazio alla “follia” del calcio. Da 3-1 a 3-4, da 3 punti praticamente in cascina alla delusione per una sconfitta difficilmente preventivabile. Ma cosa è successo ai rossoblù? Difficile spiegarlo tatticamente, anche se di errori – ovviamente – ce ne sono stati tanti, ma i limiti degli uomini di Juric si sono palesati soprattutto dal punto di vista della concentrazione e della gestione del match.

Si è smarrita la difesa ermetica (almeno per 90 minuti)

4 gol in casa il Genoa non li aveva mai presi, anzi, fino alla partita contro i rosanero il Grifo poteva vantare la miglior difesa interna del campionato. In 90’ però, si è rovesciato il mondo rossoblu. Il gol di Quaison è un misto di bravura- da parte dell’esterno palermitano- e di scarsa aggressività della retroguardia genoana: Izzo-Burdisso e Rigoni potevano e dovevano fare qualcosa in più. Le note dolenti, però, vengono ancora una volta dai calci da fermo: prima Goldaniga e poi Rispoli hanno approfittato della scarsa aggressività in fase di marcatura degli uomini di Juric. La rete decisiva di Trajkovski, invece, è figlia di un errore grossolano di Ntcham a metà campo, un errore che ha aperto una prateria al rapidissimo contropiede del Palermo finalizzato dal destro chirurgico del fantasista macedone dal limite dell’area di rigore.

No Rincon (e Veloso) no party

Quanto si è sentita l’assenza di Rincon e – successivamente- dell’infortunato Veloso? A prescindere dal risultato è evidente che il Genoa senza quei due a fare da cerniera a centrocampo soffre terribilmente in fase di non possesso. Ntcham è un giocatore disordinato e senza una precisa collocazione tattica, a cui piace avere la palla tra i piedi nonostante non abbondi di qualità. Il risultato è scontato: errori su errori e difesa genoana priva del solito schermo. In questo modo la “sofferenza” è certa, poiché il terzetto difensivo è così chiamato ad esporsi troppo nell’uno contro uno, ma senza avere la superiorità nella zona centrale del campo si rischiano brutte figure, come nel caso del quarto gol del Palermo.

Simeone: attaccante vero.

In una notte amara per i tifosi del Grifone, come in ogni massima che si rispetti, si può sorridere guardando quel numero 9 sempre più decisivo nelle sorti del Genoa: Giovanni Simeone. 2 gol e 1 assist, tanto movimento e continuo pressing sui difensori avversari. Con Pavoletti destinato a Napoli, Simeone giornata dopo giornata si sta caricando il Genoa sulle spalle, e se alle prestazioni individuali si abbinerà una crescita collettiva serata come questa rimarranno un brutto ricordo o comunque una tappa fondamentale per poter crescere: perché dagli errori si impara sempre, a Torino vedremo se l’undici di Juric ha realmente imparato la lezione.

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