Il Genoa impara a conoscere la B da Gilardino che non l’ha quasi mai vissuta

Il tecnico rossoblù disputò solo 16 partite con lo Spezia

Wander Gilardino Genoa
Wander e Gilardino (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Quanto è strano il calcio. E quanto strani sono i suoi giudizi. É tutta colpa del risultato e del suo potere ammaliante sulle masse: il Genoa gioca a Parma una partita qualitativamente superiore a quella con il Pisa – la quale non poteva che terminare senza reti – eppure non va a punti, anzi perde e riceve severe critiche quando forse sarebbe stato d’uopo smuoverle una settimana prima non avendo il Grifone capitalizzato l’opportunità contro una squadra costituitasi al Ferraris a cospetto dello 0-0, nonostante la confortante posizione in classifica. La forza dello spogliatoio rossoblù, però, consente a mister Gilardino di mettere a tacere coloro che non hanno pazienza e coloro che non sanno distinguere il caso dal gioco: riscatto immediato a cospetto del Palermo, che di cognome fa City (Football Group) pur avendo tra i suoi pionieri tale George Edward Samuel Blake, uno dei padri fondatori angli di Via Palestro.

La Serie B è questa, qualora non fosse chiaro dopo ventiquattro partite: irretrattabile. Non ci sono gare che divertono ma signorie che aspettano di essere dominate a seguito del più impercettibile segnale di squilibrio essendo in cadetteria il bilanciamento di valori un valore bilanciato, equo per tutti. Nessuno domina, nessuno viene dominato. Dalla Ternana, decima in graduatoria, alla Reggina ballano appena cinque punti. Gli stessi che dividono il Modena, prossimo avversario in campionato, dalla disputa dei play out. La B è mediocrità pura, altro che A2. E il colmo del paradosso è che il Genoa lo ha capito con Gilardino che in tutta la sua lunga e prolifica carriera ha calcato la cadetteria per sole 16 volte su 633 partite tra campo e panchina: con buona pace di chi, non escluso lo scriba, asseriva che sarebbe servito «un allenatore esperto per la categoria». Servono le idee, la freschezza giovanile e l’unità di intenti con lo spogliatoio.

Mister Gilardino sa comunicare con sabauda efficacia in un mondo che non ha amici, anche quando vengono i risultati: è chiaro, sorvola le logorree, contempla la cabala. Passare da Blessin a lui è stato come scambiare un piatto di würstel e Camatti con il più fine dei bonet. Un affare a buon prezzo, contrattato in ritardo ma comunque in tempo utile. Così il Grifone risale in graduatoria remando contro le perdite di tempo dell’autunno, staccando le giornate dal calendario come stacca la Reggina (Dio la salvi e ce ne scampi) e le altre inseguitrici: nelle ultime cinque giornate i rossoblù hanno recuperato sette punti ai calabresi. L’algebra spicciola sostiene che il Genoa è padrone del proprio destino: la sua media punti scandisce il ritmo della promozione in Serie A, posto che il Frosinone è avanti di undici punti, dunque veleggia con un mese di vantaggio sulla concorrenza. Quanto è strano il calcio. E quanto strani sono i suoi giudizi.

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