Serie A, la proposta di emendamento Nannicini al Decreto Crescita fa infuriare quattordici club

La soglia di defiscalizzazione al 50% sarebbe alzata a due milioni di euro

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Il senatore Tommaso Nannicini, esponente del Partito Democratico, ha proposto un emendamento, appoggiato da Figc e Assocalciatori, al Decreto Crescita che potrebbe generare effetti paradossali sul mondo del calcio. La proposta è di rivedere la norma che defiscalizza del 50% gli ingaggi degli atleti stranieri (o comunque dei non residenti in Italia da due anni) ponendo uno sbarramento pari a due milioni lordi di stipendio annuo. Come spiega La Gazzetta dello Sport, sopra tale soglia le società beneficeranno dell’importante vantaggio fiscale, ma non più al di sotto acuendo, così, il gap tra grandi e medio-piccole.

La defiscalizzazione contemplata dal Decreto Crescita è sorta come incentivo al rimpatrio in Serie A dei grandi campioni, dunque dei loro stipendi milionari, o comunque dell’approdo in Italia di talenti del futuro, e non già come spinta all’impiego dei giovani italiani: ne sono un esempio Ibrahimovic (stipendio 10,5 milioni lordi, senza i vantaggi del Decreto sarebbe di 14 milioni) De Ligt (stipendio 10 milioni lordi che senza i vantaggi del Decreto sarebbero 13,6 milioni).

Il documento, che dovrebbe essere valutato in Commissione nei prossimi giorni, è stato inviato anche alla Lega Serie A. Delle venti società quattordici già si sono dette contrarie. Netta la posizione del Bologna: «La rimozione del trattamento fiscale è risposta puramente demagogica a un problema di carattere strutturale». Così l’Udinese: «La prima lettura del testo evidenzia probabili effetti distorsivi. Appare evidente un ingiustificato vantaggio fiscale per le società maggiori, le sole capaci di riconoscere retribuzioni già elevate ai propri calciatori».

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