Serie A, cancellata la proroga al Decreto Crescita: le posizioni di Lega e AIC

Il Consiglio dei Ministri toglie dal Milleproroghe la misura di favore fiscale per i lavoratori sportivi

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Il pallone della Serie A 2023-2024 (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Le indiscrezioni che anticipavano la cancellazione della proroga del Decreto Crescita oltre al 31 dicembre 2023, con una conseguente ricaduta sul calciomercato invernale, trovano la conferma di Sky. La misura, contenuta nelle prime bozze del Decreto Milleproroghe e poi stralciata dopo «un’accesa discussione» in seno al Consiglio dei Ministri, prorogava gli sconti fiscali per i lavoratori sportivi provenienti dall’estero con un compenso salariale di almeno un milione di euro. Tra le motivazioni che hanno portato alla sua abolizione immediata, e non progressiva come anticipato dal presidente Gravina, risiede anche nell’aumento dei calciatori stranieri in Serie A: dalla sua introduzione, avvenuta nella stagione sportiva 2019-2020, si è passati dal 55% al 61% di giocatori esteri nelle rose dei club (impiegati per il 65,5% dei minuti in stagione). Il Cies attesta che siano i dati più alti d’Europa. Tale scelta politica produrrà delle ripercussioni sulle dinamiche dell’imminente calciomercato invernale in Serie A.

Il comunicato ufficiale della Lega di Serie A: «Lega Serie A prende atto con stupore e preoccupazione delle indiscrezioni di stampa circolate in serata relativamente alla decisione che il Consiglio dei Ministri avrebbe preso di non approvare alcuna proroga del regime fiscale speciale per gli impatriati lavoratori sportivi. Tale decisione, se confermata, avrà quale unico risultato un esito diametralmente opposto a quello perseguito. La mancata proroga, come anche illustrato in maniera puntuale e dettagliata in una nota inviata al Governo nei giorni scorsi, produrrà infatti minore competitività delle squadre, con conseguente riduzione dei ricavi, minori risorse da destinare ai vivai, minore indotto e dunque anche minor gettito per l’erario. Dal momento che la proposta di proroga aveva ottenuto il via libera tecnico per essere presentata in Consiglio dei Ministri, il fatto che alla fine sarebbe stata esclusa lascia supporre che sia prevalsa per l’ennesima volta una visione del calcio professionistico distorta e viziata da luoghi comuni fallaci: una visione che purtroppo non tiene conto dello straordinario ruolo economico, oltre che sociale e culturale, che ricopre questo comparto industriale in Italia. Qualora l’esito del Consoglio dei Ministri venisse confermato, la Serie A auspica che il Parlamento possa correggere questo errore che danneggia non solo il calcio italiano, ma tutto lo sport e il suo considerevole indotto».

Infine, il presidente dell’Associazione Italiana Calciatori Umberto Calcagno ha inviato una lettera al Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, al Viceministro Leo e al Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, per ribadire il “no” alla proroga del Decreto Crescita: «Le ragioni del nostro no sono legate non certo ad interessi economici, bensì alla necessità di tutelare il talento e il patrimonio sportivo rappresentato dai calciatori italiani. Ai ministri abbiamo trasmesso un nostro report che fotografa l’attuale presenza di calciatori italiani e stranieri in Serie A. C’è un dato allarmante che emerge negli atleti Under 21 con una percentuale di impiego più alta per i calciatori stranieri rispetto ai ragazzi italiani e, in alcuni casi, ci troviamo di fronte a squadre composte addirittura per il 90% solo da calciatori stranieri. Noi crediamo che solo invertendo questo trend e ristabilendo una parità competitiva tra atleti italiani e stranieri potremmo crescere come sistema, soprattutto in funzione della nostra Nazionale».

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