Preziosi mette in dubbio la regolarità dell’elezione di Micciché: la Procura apre un’indagine

«Non escludo l'impugnazione della delibera assembleare» spiega il patron del Genoa

Preziosi
Preziosi al quartier generale del Genoa a Genova Pegli (Foto Genoa cfc Tanopress)

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La Procura Federale ha aperto un’indagine a carico di Enrico Preziosi dopo l’intervista rilasciata a businessinsider.com con la quale ha messo in dubbio la regolarità dell’elezione di Gaetano Micciché. Lo rivela l’Ansa. Queste le parole del patron del Genoa: «Il 70% dei presidenti non è contento di come vanno le cose. Se si tornasse indietro, Micciché non sarebbe eletto. Non è escluso che a breve venga impugnato l’esito di quella assemblea. Quando le cose non sono fatte correttamente, alla fine la verità viene a galla».

L’elezione di Gaetano Micciché del 19 marzo 2018 si svolse per alzata di mano, e non a scrutinio segreto come previsto dal Statuto della Serie A, come richiesto da Mario Baldissoni, al tempo amministratore delegato della Roma. Giovanni Malagò, rendendosi conto che il conflitto d’interessi di Micciché (membro del cda di RCS di Urbano Cairo e presidente di Banca IMI) non avrebbe mai condotto all’unanimità, accettò tale proposta. Il voto avvenne su schede giallo paglierino contenenti l’intenzione di voto, come esito della mediazione tra chi voleva rispettare le regole e chi, invece, le voleva forzare.

Le parole di Enrico Preziosi testimoniano un nuovo clima teso in Lega a pochi giorni da un’importante assemblea (lunedì 21 ottobre): all’ordine del giorno c’è un aggiornamento della proposta avanzata da Mediapro per i diritti tv della Serie A per le stagioni successive al 2021-2022.

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