GRIFO D’ATTACCO – Il Genoa dei vichinghi

Per la prima volta nella storia rossoblù segnano un norvegese, un danese e un islandese

Drago Retegui Criscito Gudmundsson Gilardino Perugia Strootman Coda Portanova Sturaro Blessin Labbadia Rovella Shevchenko Nuti Genoa Ballardini 777 Partners
Beppe Nuti, giornalista di Telenord

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Un grande Genoa surclassa il Cagliari e si regala la salvezza sul campo superando la quota psicologica dei 40 punti. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 347ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

Il vento del nord ha un effetto ritemprante sul Grifone. «Era da tanto tempo che non percepivo tanta felicità tra i tifosi genoani. La schiacciante vittoria sul Cagliari – faccio i miei complimenti alla signorilità di Ranieri – fa dimenticare le ammaccature della gara d’andata e consegna alla cronaca un Genoa dallo spirito vichingo, spinto dalla corsa e dai gol suoi tre marcatori scandinavi: per la prima volta nella storia rossoblù segnano un norvegese, un danese e un islandese. Non è l’inizio di una barzelletta, bensì lo splendido contenuto del tabellino di ieri sera che equivale alla salvezza “sul campo”, quella che piace agli sportivi. Tuttavia, a differenza di quanto dichiarato dal presidente Zangrillo, noi due lo dicevamo da tempo contro ogni sorta e forma di scaramanzia: la squadra era già salva, ma da mesi».

Questi vichinghi possono ispirare un serie epica a tinte rossoblù, come quelle che vanno per la maggiore? «É una buona idea. Scherzi a parte, Thorsby rappresenta ciò che è il Genoa attuale: chiunque è partecipe, anche i calciatori meno impiegati. É un sintomo di mentalità e di dna costruito giorno dopo giorno. Si vede che il Grifo è una squadra ben allenata e curata dal proprio allenatore. Morten, il norvegese, ha realizzato un gol alla Graziani, di testa e con un perfetto timing sulla palla; invece, l’altro Morten, quello danese, se impara a essere prolifico diventerà una delle mezz’ali più interessanti d’Europa perché il 7 in pagella è una costante. Infine, Gudmundsson non ha fatto una partita altisonante ma, assieme a Osimhen, è il terzo marcatore del campionato italiano (14), al primo anno intero in Serie A: nel nostro campionato è sempre difficile segnare. Può raggiungere, e forse anche superare, le 15 reti di Juan Esposito (1932-33), Skuhravy e Aguilera (’90-’91) messe a segno nelle stagioni da neopromossi».

E se cita tutti questi bomber, come non soffermarsi su Sidio Corradi. «Un’ala di una grandiosa modernità, tecnico e capace di segnare. Dalla sua Porto Ercole arrivò a vincere uno scudetto con il Bologna “che tremare il mondo fa”: lo vidi arrivare dal Varese con quei capelli lunghi e i calzettoni portati alla cacaiola. Sidio ha portato bene al Genoa, penso che della sua squadra del cuore abbia apprezzato la volontà di cercare il quarto gol al 92′, con il rientrante Vitinha, e di mettere Retegui nelle condizioni di segnare a gara ormai chiusa. A proposito di Mateo, non alimentiamo un finto dualismo azzurro con Scamacca: non serve misurare ogni loro partita perché entrambi saranno convocati all’Europeo dal ct Spalletti ed entrambi avranno la possibilità di giocare. Sono due prime punte di cui l’Italia aveva disperato bisogno: la bravura dell’uno non cancella le abilità dell’altro. Retegui non è inferiore a Scamacca, e viceversa».

Finalmente finisce il ritornello del “ogni discussione, dopo la salvezza”. E adesso, che ne sarà dei grandi temi genoani? «Il primo e più importante, quello del rinnovo di Gilardino, deve trovare un rapido epilogo: segnalo qualcosa che ritengo rilevante, ossia il mister conosce il gruppo e il gruppo (che ieri ha giocato unitamente per lui) conosce il mister. Ciò può costituire un fattore determinante, onde evitare di avventurarsi in pericolose rivoluzioni quando la soluzione è già in casa. Gilardino ha conquistato la fiducia di ciascun elemento del gruppo, anche del presidente Zangrillo, perché credibile e capace di imparare con umiltà e intelligenza; con la prova di ieri, densa di occasioni e gol di fine imbastitura (il gol di Frendrup nasce dopo ventuno passaggi di fila), il mister ha zittito le sproporzionate critiche sull’assenza di gioco. Si apre un finale di stagione meritato, l’ambizione è avvicinare i 48 punti del 2008 e vincere la corsa per il decimo posto con Torino e Monza».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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