GRIFO D’ATTACCO – Non sparate sul violinista

Da evitare le consuete fibrillazioni da sconfitta, così come le feroci critiche a Ekuban

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Beppe Nuti, giornalista di Telenord

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Troppa Lazio, soprattutto nel secondo tempo: il Genoa perde la sua dodicesima partita della stagione. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 346ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

Lo aveva detto: in questa partita il Genoa non ha nulla da perdere. «Sì, e per tale ragione dico di non sparare sul violinista ed evitare le consuete fibrillazioni da sconfitta. La formazione iniziale non è stata impeccabile – lo si dice sempre dopo il triplice fischio – però i cambi sono stati un poco tardivi e inefficaci di conseguenza; la Lazio ha segnato prima delle sostituzioni, è vero, ma il gol di Luis Alberto che ha estromesso il Genoa dalla partita senza che ve ne facesse rientro (sintomo di una stanchezza più mentale che fisica) stava maturando almeno da una decina di minuti. Ho letto e sentito feroci critiche circa Ekuban, che comunque non è stato il peggiore in campo: non serve drammatizzare, beninteso che la sua occasione a ridosso dell’intervallo poteva stravolgere la partita. Capisco la sua voglia di calciare e di dimostrare di essere da Genoa ma quel pallone doveva passare ad Albert».

Quanto merito della Lazio c’è nella partita insufficiente del Grifone? «Tanto perché nel secondo tempo la squadra di Tudor ha alzato notevolmente i ritmi e palleggiato in maniera permanente nella metà campo rossoblù: ciò è possibile con calciatori tecnici e di qualità. Il Genoa ha disputato un discreto primo tempo poi ha perso le distanze; non sono portato a riconoscere più di tanto peso alle due partite ravvicinate perché è qualcosa che da molti anni è parte del calcio contemporaneo. Senza giocatori come Bani e Badelj, la squadra perde l’ossatura centrale in due terzi dei reparti: per età e inesperienza, De Winter non può essere ancora considerato un leader affidabile della difesa, così come Frendrup non è dotato dello smarcamento e del palleggio del croato».

L’esperimento da tuttocampista di Albert stavolta non ha funzionato. «É stata una diretta conseguenza di quanto detto prima, la Lazio è stata imponente a centrocampo, ed è lì che ha vinto la partita: secondo me Gudmundsson non era fuori ruolo perché ha le qualità per giocare da interno, ma è chiaro che se parte a cinquanta metri dalla porta avversaria è depotenziato e non può essere costantemente determinante. Il suo calcio libero, scevro da vincoli di posizione e pieno di interscambi tra le linee, deve esprimersi più vicino all’area di rigore avversaria. Quando Albert non è in giornata, come ieri, il Genoa fatica a creare delle situazioni pericolose: nell’attuale organico rossoblù servirebbero degli uomini di gamba e di piede, come Thorstvedt e Laurienté del Sassuolo, che siano in grado di dare fisicità e gol».

Il Cagliari di mister Ranieri arriverà a Genova forte di due punti conquistati contro Inter e Juventus. «Ed è riuscito a battere anche l’euro-Atalanta, quindi il momento che stanno vivendo è splendido: si sono staccati dalla zona retrocessione dopo aver vissuto dei mesi complicati, con le dimissioni di Ranieri respinte dal club e dalla squadra. Per il Genoa sarà una partita molto difficile che ci dirà definitivamente se sarà perseguito l’obiettivo dei 48 punti del 2008. Inizierà una serie finale di partite contro almeno quattro avversarie in lotta per qualcosa, come la salvezza o un piazzamento nelle coppe: forse l’unica eccezione è il Milan che dopo il derby di lunedì non avrà più nulla da chiedere alla sua stagione. Ieri Vitinha ha iniziato a palleggiare al centro sportivo di Pegli assieme a Matturro, vediamo se dopo più di un mese di infortunio il portoghese riuscirà a rientrare in gruppo e dare un’opzione in più a mister Gilardino».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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