I derby indimenticabili per il Genoa, miscellanea da “I racconti del Grifo”

Massimo Prati racconta sei stracittadine genovesi con protagonisti giocatori del Genoa


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Il derby di Pruzzo del marzo ’77
Quella stagione per il Grifo fu tutto sommato assai positiva. Con alcune vittorie importanti, come ad esempio il 2 a 1 Firenze, con reti di Pruzzo e Arcoleo. Eravamo partiti bene e si gridava già: “Ci piace di più, Coppa Uefa rossoblù”. Poi, come spesso è successo nella nostra storia recente, le cose presero una piega diversa, e alla fine, se ben ricordo, arrivammo solo undicesimi.

Ma la “chicca delle chicche” di quell’anno è certamente il derby vinto per due reti a uno al ritorno. Le cose non iniziarono bene. Luciano Zecchini, lo stopper capellone della Sampdoria, in teoria avrebbe dovuto avere il suo da fare a marcare il nostro uomo migliore, “O Rey di Crocefieschi”. Invece, dopo pochi minuti, guadagnò una palla apparentemente innocua a centrocampo, avanzò indisturbato di una ventina di metri, verso la porta del Genoa ed indovinò il tiro dell’anno, facendoci un gol da una distanza notevole. La Sampdoria era in vantaggio uno a zero. Le cose si rimisero a posto quando, verso la fine del primo tempo pareggiammo con Oscar “Flipper” Damiani. Il secondo tempo fu invece una girandola di emozioni; con Pruzzo che prima si fa parare un rigore e poi ci fa vincere con uno splendido colpo di testa.

Pruzzo Zecchini Di Vincenzo Genoa-Sampdoria derby
Pruzzo svetta su Zecchini e Di Vincenzo

La foto del gol di quel derby è stata esposta per una dozzina di anni in un bar vicino a Boccadasse. Ed io per tutti quegli anni, ogni volta che passavo da quelle parti, mi fermavo a prendere un caffè o un aperitivo in quel locale. A volte rischiavo anche la multa e lasciavo la macchina in doppia fila, tale era la voglia di rivedere la scena e di rivivere quell’emozione. Mi gustavo l’espresso o il mio mojito, e contemplavo la scena di quello splendido gol. Guardavo la foto ed ogni volta mi dicevo che c’era qualcosa di impressionante in quell’azione. Roberto Pruzzo, atleta che definirei di statura normale (provo ad indovinare e dico un metro e settantacinque/settantasette d’altezza), che salta più in alto di tutti (di almeno mezzo metro rispetto al portiere e di una trentina di centimetri rispetto al difensore doriano) e insacca spietatamente proprio sotto la gradinata “di quelli lì”.

Nella mia vita ho avuto la fortuna ed il piacere di visitare più volte la National Gallery, il Louvre, il Rijksmuseum, il Prado, Brera, gli Uffizi ed i Musei Vaticani. Per contemplare alcuni tipici temi medievali, rinascimentali e barocchi, come ” Il Martirio di San Sebastiano” e “L’Adorazione dei Magi”, i musei e le pinacoteche vanno benissimo. Ma se devo pensare ad un’opera d’arte che sintetizza “L’Elevazione dell’Uomo”, allora mi viene in mente la foto di Pruzzo che segna nel derby, esposta per anni in quel bar di Boccadasse.

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