I derby indimenticabili per il Genoa, miscellanea da “I racconti del Grifo”

Massimo Prati racconta sei stracittadine genovesi con protagonisti giocatori del Genoa


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Il derby di Mauro Boselli. Maggio 2011
In realtà mi risulta impossibile pensare al derby di Boselli, giocato al ritorno senza pensare a quello di andata, con gol di Rafinha.

Per i tifosi delle cosiddette grandi, una stagione è degna di essere ricordata solo se caratterizzata dalla vittoria di uno o più trofei, possibilmente tre, come è successo all’Inter che grazie a Milito ha vinto Scudetto, Coppa dei Campioni e Coppa Italia.

Anche a me, in quanto genoano, piacerebbe vincere un campionato, anche perché vorrebbe dire conquistare l’agognata stella. Ma, nell’attesa di questo chimerico e catartico evento, riesco ad accontentarmi delle soddisfazioni calcistiche che anche un campionato tutto sommato modesto, come quello di quella stagione, può riservare. E così, a mio parere, il campionato 2010-2011 del Grifo potrà essere ricordato per due partite che rimarranno eternamente impresse nella memoria del popolo rossoblù.

Eterna memoria, sia detto senza retorica. Io non so se i protagonisti di quei derby sono coscienti di essere entrati a far parte perennemente della storia di una città, ma è proprio così. Con la sua gloriosa storia ultracentenaria, le vicende del Genoa vanno dalla fine del diciannovesimo secolo a questi primi decenni del terzo millennio e le gesta dei suoi giocatori sono tramandate di generazione in generazione. Come ho già avuto modo di ricordare all’inizio, mio padre, per esempio, a distanza di più di 50 anni, soleva ricordarmi il derby del ’57, vinto grazie ad Abbadie, un evento al quale aveva assistito personalmente e che gli era rimasto indelebilmente impresso nella memoria.

Rafinha e Boselli forse non lo sanno (o forse sì, perché qualcuno nel frattempo glielo avrà spiegato) ma fra 50 anni saranno il tema e l’oggetto di molti racconti di nonni e papà genoani ai loro figli o ai loro nipotini. Negli anni a venire a Genova si parlerà del “Derby di Rafinha” e del “Derby di Boselli” per indicare un’epoca, così come si parla dell’Inghilterra vittoriana o dell’Italia giolittiana.

Quella del brasiliano all’inizio sembrava una stracittadina stregata, con due traverse nei primi 45 minuti (una di Rodrigo Palacio e l’altra di Marco Rossi). Insomma, sembrava proprio che la palla non ne volesse sapere di entrare. Ma poi Márcio Rafael Ferreira de Souza, in arte Rafinha, ha giustamente deciso di metterci lo zampino. Forse si sarà ricordato del suo connazionale e predecessore, Cláudio Ibrahim Vaz Leal, vulgo Branco, altro brasiliano che tirava bombe da lontano e che, come abbiamo appena ricordato, aveva sfondato quella stessa porta blucerchiata una ventina di anni prima. Così il nostro ha raccolto un passaggio di Palacio, ha fatto qualche metro verso la porta e poi ha gonfiato la rete tirando un bolide da quasi trenta metri che, per citare un telecronista, “ha acceso la Lanterna e illuminato il derby”. Il brasileiro che balla festoso la samba intorno alla bandierina del corner da un lato del campo e l’espressione imperturbabile del nostro allenatore (affettuosamente soprannominato “Zio Balla”) dal lato opposto: questa sarà l’immagine di quella partita per i posteri.

Ma il secondo derby, quello del ritorno, forse è stato anche meglio. Credo che qualsiasi tifoso di una città in cui ci siano almeno due squadre cittadine possa facilmente comprenderlo. È il derby che ogni supporter sogna da una vita, il desiderio più profondo di chiunque, in qualsiasi angolo del pianeta, provi una sana, profonda e incontestabile avversione per l’altra compagine della propria città.

E allora ripercorriamo rapidamente la dinamica di questo piacevolissimo evento: iniziale vantaggio del Genoa sul finire del primo tempo, grazie ad un gol di Floro Flores, proprio sotto il settore degli sgraditi ospiti. Pareggio della Sampdoria intorno alla metà del secondo tempo, anche grazie ad un errore maldestro del nostro portiere e, infine, vittoria con gol decisivo al sesto minuto di recupero, dicasi minuto novantasei (c’è chi parla di minuto 97) Antonelli recupera insperabilmente una palla destinata ad uscire, sul successivo rilancio dell’avversario la palla arriva nel nostro centrocampo. Lancio di Milanetto, in verticale verso la porta nemica e San Mauro Boselli da Baires che, sul limite dell’area e con le spalle alla porta, controlla di destro, si gira repentinamente prendendo alla sprovvista il difensore blucerchiato (mi pare fosse Lucchini), colpisce di sinistro di prima intenzione e infila il portiere sul suo lato destro. Un gol che, come la ciliegina sulla torta, condannerà gli odiati rivali alla retrocessione in serie B.

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Tra l’altro, a Genova abbiamo la memoria lunga, e nessuno si era scordato che quasi una quarantina di anni prima la Sampdoria aveva pareggiato un derby all’ultimo minuto, con una rovesciata provvidenziale tanto quanto improbabile, di Mario Maraschi. Si dice che la vendetta è un piatto che va servito freddo. Allora il piatto di Boselli, servito a distanza di 37 anni, più che freddo è stato glaciale, anzi letale.

Massimo Prati: classe 1963, genovese e Genoano, laureato alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Genova, con il massimo dei voti. Specializzazione in Scienze dell’Informazione e della Comunicazione Sociale e Interculturale. Vive in Svizzera dal 2004, dove lavora come insegnante. Autore di un racconto, “Nella Tana del Nemico”, inserito nella raccolta dal titolo, “Sotto il Segno del Grifone”, pubblicata nel 2004 dalla casa editrice Fratelli Frilli; di un libro intitolato “I Racconti del Grifo. Quando parlare del Genoa è come parlare di Genova”, edito nel 2017 dalla Nuova Editrice Genovese; di un lavoro sulla storia del calcio intitolato “Gli Svizzeri Pionieri del Football Italiano”, Urbone Publishing, 2019; di una ricerca storica dal titolo “Rivoluzione Inglese. Paradigma della Modernità”, Mimesis Edizioni, 2020; della seconda edizione de “I Racconti del Grifo. Quando parlare del Genoa è come parlare di Genova”, Urbone Publishing, 2020; coautore del libro di didattica dell’italiano “Imbarco Immediato”, Fanalex Publishing, Ginevra 2021 e, infine, del romanzo “Dieci Racconti di una Lucertola del Porto di Genova”, Urbone Publishing, 2021.

È anche autore di numerosi articoli, di carattere sportivo, storico o culturale, pubblicati su differenti blog, siti, riviste e giornali. Collabora con “Pianetagenoa1893” e “GliEroidelCalcio”.

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