Genoa, meglio i giovani che la classe senatoria

Finora gli errori di gioventù sono pochi ma pesanti. Dall'uscita di Radu contro il Milan fino all'espulsione di Romero contro l'Udinese

Genoa Piatek Kouamé Kouame Kouamè
Piatek e Kouamé (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Nel Genoa sta accadendo un fatto strano. I giovani rossoblù, spinti dalla loro freschezza e dalla loro bravura, sono più decisivi della classe senatoria, apparsa in difficoltà fin dalle prime uscite stagionali. Un andamento curioso, suffragato da elementi probatori oggettivi. I gol in campionato, ad esempio, ciò che conta di più nel calcio, sono stati messi a segno da Piatek, Kouamé, Bessa e Romero. Solo Pandev e Romulo, entrambi ultratrentenni, hanno timbrato. Ma il contributo degli Under 25 supera il mero dato quantitativo. La forza del Grifone è nella gioventù del Grifone.

In quattro mesi di stagione era lecito aspettarsi di più, molto di più, dai senatori. Chi per infortunio e chi per ritardo di condizione, ciascuno di loro non ha ancora dato il proprio apporto alla causa rossoblù. Quegli sbarbati dei ventenni, senza rughe e senza acciacchi, sono il traino del Genoa. I più esperti, invece, sono apparsi più volte irritabili, nervosi e con poco equilibrio mentale dentro la partita del Grifo. Senza risalire troppo nel tempo, Criscito ha sbagliato contro la Spal: da un giocatore come lui, vincente e carismatico, nessuno si sarebbe aspettato un’entrata pericolosa (per fortuna di Schiattarella solo nell’intenzione).

Finora gli errori di gioventù sono pochi ma pesanti. Dalla sgangherata uscita di Radu contro il Milan (e Parma, sull’1-1), costata il pareggio e tanto morale, fino all’espulsione di Romero contro l’Udinese, pagata forse con due punti. Per il resto, note positive. Piatek e Kouamé sono le rivelazioni del campionato, Biraschi sta conducendo una stagione di livello assoluto che lo porterà a vestire l’Azzurro a Coverciano, Romero sta imparando un ruolo difficile e di responsabilità. I loro errori, i primi della carriera, sono da sopportare: se assimilati nel modo giusto diventano educativi. Dalla classe senatoria, invece, qualche scricchiolio in eccesso. Da loro è lecito pretendere un grande girone di ritorno.

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