Federsupporter: soldi, soldi, soldi, questa la strategia innovativa del calcio

Le richieste della FIGC al Governo: provvidenze e benefici perché tutto possa rimanere come prima

Alfredo Parisi, presidente di Federsupporter

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Molti sostengono che, dopo la pandemia da Coronavirus, nulla potrà restare come prima. A questa idea fa eccezione il mondo del calcio che, invece, mostra di pensare che per esso tutto debba rimanere come è.

Significativa è l’introduzione di un articolo di Fulvio Bianchi del 22 marzo suwww.repubblica.it; “Il mondo del calcio, anche in questa occasione, sta dando pessima immagine di sé. Spaccato. Litigioso. Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, che ha gestito la crisi con decisione e buon senso, venerdì presenterà al Governo un piano di richieste di aiuti.”

Piano  che, a seguito della pandemia, la FIGC starebbe  inoltrando al Governo, (fonti: www.fiorentina.it, www.inter1908.it, www.tuttoreggina.it, www.retesport, www.larepubblica.it, www.giallorossi.net), presentando   una serie di richieste che possono essere così  sintetizzate :

1- Nuove regole per facilitare la costruzione delle infrastrutture.

2- La salvaguardia della legge Melandri.

3- Norme per alleggerire costi dell’inattività.

4- Deroghe temporanee sui contributi.

5- Nuove fonti d’investimento e recupero di finanziamenti da agenzie di     scommesse.

6- Defiscalizzazione per favorire l’ingresso di investitori esteri.

Ciò premesso, cerchiamo di comprendere,  punto per punto che cosa, in realtà, vogliano significare tali richieste.

  • Le “ nuove” regole per facilitare  la costruzione di quelle  che, pudicamente, vengono chiamate infrastrutture, ma che, in concreto,  vogliono dire costruzione di nuovi impianti sportivi ma, soprattutto di nuovi insediamenti commerciali e di servizi  ( es. Progetto Tor di Valle) altro non sono  se non la riproposizione di un vecchio tentativo di ottenere  una normativa  che dovrebbe permettere enormi speculazioni edilizie, in spregio di qualunque norma e/o vincoli urbanistici ed a tutela dell’ambiente e del territorio.
  • L’ intervento sulla Legge Melandri si traduce nel mantenimento di uno status quo di spartizione dei ricavi da diritti TV poco meritocratica, poiché favorisce le società con posizioni acquisite nel tempo, vere e proprie rendite di posizione, anziché premiare i risultati sportivi conseguiti anno per anno, nonché discrimina le società minori.
  • L’alleggerimento dei costi delle attività insieme con la deroga dei tempi di pagamento di contributi possono essere richieste legittime, tenuto conto della contrazione delle normali attività quale conseguenza della pandemia. Sempre però che tali benefici vengano riconosciuti a condizione che i soggetti rappresentativi, rispettivamente delle società di calcio e dei calciatori, si impegnino a loro volta a perseguire una significativa politica di ridimensionamento da un lato dei costi di struttura (le società) e dall’altra degli emolumenti (i calciatori). Costi tra i quali, in particolare vanno annoverati quelli di intermediazione per l’acquisizione delle prestazioni dei calciatori, ma, soprattutto, quelli di struttura ed amministrativi con riferimento a consulenze esterne.
  • Si vorrebbe, inoltre, da parte della FIGC che l’attività relativa alle scommesse tornasse a diventare una importante fonte di finanziamento per le società, nonostante che, dal 2018, gli stessi esponenti dell’attuale Governo (Conte, Di Maio) avessero emanato un Decreto Dignità che vieta qualsiasi forma di pubblicità, diretta o indiretta, relativa a giochi e scommesse. Una disposizione normativa a seguito della quale “il sistema calcio nel suo complesso senza le partnership con il mondo delle scommesse ha avuto un danno stagionale di 100 milioni di euro” ( così inter-news.it). Ma per fronteggiare tale lucro cessante “I club qualche “scappatoia” per limitare i danni l’hanno trovata come per esempio quella di dare visibilità a dei portali di contenuti aventi però i nomi delle società stesse di scommesse (l’Inter con Bwin.tv) oppure con sistemi di pagamenti legati sempre alle aziende di betting (il Milan con Snai Pay). Altri, come per esempio la Juventus (Tenbet), la Roma (Awc-bet) e il Bologna (Jbo) invece hanno stretto accordi con realtà operanti al di fuori del territorio italiano.” (così www.inter-news.it). Una richiesta questa del ripristino del betting, all’insegna del noto principio “pecunia non olet”, dimenticando che quel divieto  è stato introdotto a seguito di numerosi scandali che hanno dimostrato come la connessione tra calcio ed attività di scommesse abbia dato luogo a notevoli fenomeni di combine, nonché di riciclaggio ed autoriciclaggio di denaro di provenienza illecita, senza contare l’oggettivo incoraggiamento a gravi forme di ludopatia. La “macchina della stampa” su tale aspetto è stata già attivata dai soliti poteri, richiamando addirittura l’illiceità della norma.
  • Non si capisce altresì la richiesta di defiscalizzazione per favorire investimenti stranieri nel calcio. Perché mai solo per favorire interventi stranieri e non anche italiani? Una defiscalizzazione che favorirebbe ulteriormente l’acquisizione, peraltro, già in atto, di società di calcio italiane da parte di soggetti stranieri, più o meno trasparenti e per di più in un momento in cui, a causa della pandemia, si registra un notevole deprezzamento di tutte le imprese nazionali. Imprese che, quindi, si prestano ad essere svendute ad interessi stranieri.

A queste richieste della FIGC Federsupporter contrappone una serie di proposte, già contenute in un corposo dossier intitolato “Vogliamo che il calcio sia libero”, trasmesso sin dal maggio 2015 all’allora Governo e rimasto inascoltato e disatteso, sia pure come solo momento di riflessione.

Infatti, le attuali richieste formulate dalla FIGC, altro non sono che interventi contingenti, tampone, di corto respiro e, chiaramente, ispirati al gattopardesco “ che tutto cambi perchè niente cambi”.

Le proposte di Federsupporter richiedevano e richiedono, ancor più ora,  un cambio di sistema, definito negli stessi Report FIGC , estremamente fragile dal punto di vista finanziario e con un gap europeo, sia strutturale sia di governance preoccupante. Un sistema ingessato dove i cambiamenti sono condizionati da una mentalità padronale che frena gli investimenti a medio e lungo  termine quale leva di sviluppo evolutivo, anche sociale.

Proposte quelle di Federsupporter che possono essere così riassunte:

  1. Partecipazione dei tifosi al capitale delle società, sulla falsariga del modello tedesco (Regola del 50+1% del capitale delle società detenuto da associazioni di tifosi);
  2. Stadi di proprietà di associazioni di tifosi sul modello inglese del Chelsea;
  3. Autorità indipendente dalla FIGC ed esterna ad essa che eserciti la funzione di vigilanza e controllo sulla gestione delle società. Autorità, la COVISOC,  che attualmente  vede un palese conflitto di interessi essendo i componenti della stessa (controllore) eletti dai Club (controllati);
  4. Richiesta della FIGC all’UEFA ed alla FIFA per l’istituzione di una cassa di compensazione nella quale fare affluire i flussi finanziari relativi al trasferimento di calciatori tra società appartenenti a federazioni estere, così come avviene in Italia per i trasferimenti tra club nazionali;
  5. Divieto delle holding calcistiche, onde evitare che un unico soggetto possa direttamente e/o indirettamente, detenere il controllo di più società professionistiche anche appartenenti a campionati diversi

Come si ha modo di vedere, una serie di interventi che cambierebbero il volto del calcio, verso una ristrutturazione sistemica che vede nella trasparenza e nel coinvolgimento di tutte le compenti di quel sistema la forza per riproporsi e riacquistare quella dignità di Istituzione e personale intaccata da troppi comportamenti ed interessi personalisti dei suoi componenti.

Dignità che è alla base del rispetto che una Istituzione deve sempre avere da parte di tutti coloro che vivono nel e per quel sistema.

Significative sono le parole di Francesco Ghirelli, leader della Serie C che nel corso di una intervista (cfr Fulvio Bianchi su “www.repubblica.it” del 22.03.2020) parlando della pandemia afferma “problemi profondi che causeranno le ricadute economiche della pandemia come a un’opportunità per accelerare il proprio processo di trasformazione. La Lega Pro, in altre parole, vuole rifondare la propria governance e la propria industry su un piano di sostenibilità economica/finanziaria e di innovazione e svolgere appieno la funzione sociale di “Lega dei territori”, “Lega dei comuni”, “Lega dei pulmini”, “Lega dei giovani”.

 Questa è la strada che non può non percorrere il sistema calcio e non solo l’illuminata componente minore di esso.

 Il Presidente di Federsupporter

Alfredo Parisi

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