La determinazione, e la consapevolezza di poter contrastare qualsiasi avversario: ecco i valori vincenti di Nicola

In una situazione confusa e disordinata com'è stato il mercato rossoblù, il tecnico è riuscito nonostante tutto a compattare la squadra

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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Che gioia vedere Gasperini (sempre idolatrato da molti genoani) arrabbiato e infuriato perché il “suo” Genoa (ma è ancora suo?) lo ha bloccato, non diciamo asfaltato, ma quasi. Il “Signore sceso in terra” (quando era al Genoa e ancora oggi considerato tale) è stato quasi battuto da un certo Nicola, che non vuole andare nelle coppe varie, ma solo far capire che si può giocar bene e battere o pareggiare in trasferta con la “quarta” in classifica, battendola sul piano del gioco, del coraggio e soprattutto della determinazione.

Questo è stato il Grifo di Bergamo: ha scassinato tutte le tattiche del “Mago” Gasperini e soltanto con il cuore, la corsa ed anche il cervello lo ha messo in un angolo. Certo la Dea ha avuto diverse occasioni, ma Perin soprattutto (tornato il miglior portiere italiano, almeno quello visto domenica) e poi tutta la difesa ha controbattuto colpo su colpo, battuta su battuta, con una lucidità di reparto eccellente. Abbiamo sentito i soliti “commentatori”, quelli che chiamavano Romero con l’accento sulla prima “o” e chiamavano Genova il Genoa, ebbene questi commentatori continuavano a dire che i due gol de Grifo erano venuti per due erroracci dell’Atalanta. Ma se uno commette calcio di rigore è errore o insufficienza difensiva e bravura dell’attaccante avversario? E hanno visto i commentatori il gol di Sanabria? Era un errore dei difensori locali o un gesto tecnico di rara bravura che nessun difensore, nemmeno mondiale, avrebbe potuto evitare?

E allora diciamo che il Genoa ha meritato il punto e che sembra andare sulla strada migliore, proprio e soprattutto perché Nicola, al di là dei temi tattici, sta riuscendo a far capire quanto la determinazione, le motivazioni, la consapevolezza di poter contrastare qualsiasi avversario siano le doti che dovrebbero permettere al Grifo di uscire dal tunnel.

E ancora: perché tanti fischi a Criscito? Un gesto umanamente “terribile” da parte della società metterlo sul mercato, un gesto di grande, vero amore quello di Criscito di voler rimanere. Era a Bergamo, ha segnato il suo solito rigore, il quattordicesimo realizzato nella sua carriera. Lui, forse, è ancora davvero una “bandiera”, parola scomparsa dal vocabolario del calcio e, ci scuserà il presidente, forse anche da quello di Preziosi.

E che dire dell’attacco? Non ha giocato Pandev, ma il duo Sanabria (a cui Nicola crede molto, avendolo alla ribalta e avendogli dato fiducia nei suoi mezzi, che sembra davvero siano tanti…) Pinamonti non è andato male, sapendo che in panchina ci sono altri due che potrebbero diventare significativi: Destro e soprattutto Favilli che avremmo visto volentieri (il gigante possente) difronte all’altro gigante del giorno, Zapata.

Ora arriva il Cagliari: purtroppo hanno perso soltanto Brescia e Spal. Il Lecce si sta allontanando, ma se il Grifo gioca e vince col Cagliari le cose cominceranno a mettersi al meglio.

E bisogna anche dire che Nicola si sta comportando da vero “conducator”. In una situazione confusa, disordinata com’è stato il mercato rossoblù, fra trattative strane, obblighi o diritti di riscatto, cessioni e acquisti improvvisi, qualche sbavatura in questi movimenti, Nicola è riuscito nonostante tutto a compattare la squadra, a tenerla unita e motivata. Un bell’esempio di buona gestione e di efficienza. E anche d’intelligenza organizzativa.

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