Il Genoa dura un tempo e ora rischia seriamente la retrocessione in B

Lacrime di rabbia di Ivan Juric in sala stampa

Miguel Veloso in azione (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

La cosa più normale, in questi casi, è appellarsi a qualsiasi cosa che possa aiutare a mantenere la categoria. Non ha dubbi Tuttosport, che nell’edizione odierna riprende l’immagine di Ivan in lacrime. Che non sono poi lacrime di resa, attenzione, ma di rabbia: sulla carta, la sfida contro una squadra già salva, in turnover (Bastien ripescato dal dimenticatoio, il giovanissimo Depaoli buttato nella mischia, Pellissier in panchina) e assai poco motivata avrebbe potuto favorire la riscossa. Non è stato così, o meglio, è stato ma solo in parte. Nel primo tempo, pareva che il 3-4-3 puro potesse fare il bello e il cattivo tempo: le folate di Laxalt sulla sinistra hanno portato ad un paio di cross radenti che avrebbero meritato miglior fortuna, prima che dalle treccine dell’uruguagio scaturisse il pallone perfetto per la botta di potenza di Pandev a finir proprio sotto la traversa. Dal possibile 2-0, col rigore conquistato caparbiamente da un ottimo Goran ma sprecato malamente da Simeone, all’1-2. Nel giro di dieci minuti, due sviste difensive (uno dei leitmotiv di questa sventurata stagione) hanno fornito la chance al Chievo di ribaltarla: Bastien e Birsa, quest’ultimo non esultando in quanto ex, hanno ammutolito una Nord già in piena contestazione e ampiamente nervosa tanto da far sospendere il match dopo aver intensificato il lancio di fumogeni e bombe carta. Il crollo è chiaro, sempre secondo Tuttosport, ma Juric non si è pentito di esser tornato al Genoa (anzi, ha chiosato di aver passato qui i momenti più intensi della sua carriera). Inter, Palermo, Torino è ora il trittico da non sbagliare, per non complicare ancor di più una strada che si preannuncia tortuosa se non impraticabile.
Matteo Albanese
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