Un Genoa poco efficiente ha offerto una partita modesta

Unica eccezione: qualche sprazzo negli ultimi 15 minuti nei quali è tornato il Grifone vero

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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E’ andata bene. La vera sorpresa nell’uovo pasquale è stato il punto preso, perché si è rischiato anche di finire a zero.

Tuttavia, si sa, il calcio è un fatto “paranormale”, può offrire di tutto e di più. E nella vigilia di Pasqua un Genoa poco efficiente ha offerto contro il Frosinone una modesta partita, per un tempo addirittura scostante tanto era la sua “supponenza” difensiva (attendeva e basta), ad eccezione di qualche sprazzo negli ultimi 15 minuti nei quali è tornato il Genoa vero, manovrando, pressando e rischiando (pensate!) il gol vittorioso: intervento su Gud con una punta del piede avversario di Lirola.

Perché il Genoa è apparso così deconcentrato? Quando accade ciò, le colpe (se così si possono definire) sono un po’ di tutti. Alcuni giocatori tornavano dagli impegni con le nazionali, dove avevano offerto prestazioni molto dignitose e perciò impegnative fisicamente. Poi a un certo punto la gara sembrava una infermeria rossoblù: fuori Retegui, fuoro Malinovskyi appena entrato nella ripresa, via Sabelli, quasi tutti colpiti a freddo da avversari rognosi e cattivelli.

Infine, va detto, iè apparso nella formazione di Gila un certo appannamento, mai il gioco è stato in mano dei rossoblù: si sperava soltanto in un contropiede favorevole o una specie di colpo da Ko offerto dai soliti uomini di qualità.

D’altra parte, è impensabile fare troppe critiche a un Genoa che sta disputando un campionato sicuramente molto dignitoso: pensiamo che si è praticamente salvi da fine febbraio, una squadra che ha disputato eccellenti partite soprattutto con le cosiddette “grandi”, ha visto crescere il suo patrimonio tecnico-tattico, ha soprattutto fatto suo lo slogan “Cuore, testa, gambe” da noi coniato e, abbiamo notato, ripreso piacevolmente da alcuni colleghi.

Quindi sarà importante, d’ora in avanti, non considerare una ossessione i 40 punti cui fa riferimento spesso Gilardino.

E’ in quetsa situazione tecnica e psicologica, che si deve ormai pensare al domani. A tal proposito, forse si è capito se Gilardino rimarrà o no alla guida del Grifo. Lui stesso ha fatto capire che il problema è soltanto tecnico. Non c’entrano soldi e richieste di altre società: Gila vuole solo e soltanto vedere crescere questa sua “creatura” che ha costruito in poco meno di un anno e mezzo. E pertanto rimarrà solo se il club rossoblù (ovviamente entro certi parametri) acccetterà le richieste tecniche (cioè giocatori che secondo il tecnico miglioreranno l’intero complesso) e si adeguerà alle richieste del Gila.

E proprio guardando al futuro un’osservazione interessante potrebbe essere questa e il tecnico crediamo l’abbia individuata: il Genoa ha raggiunto questi traguardi grazie a tre componenti molto decisive: la forza, il coraggio e le motivazioni, tutte caratteristiche umane e di tipo psicologico, ma caratteristiche che per losto stessa natura sono variabili nell’individuo, mentre la qualità tecnica è dote certa e sicura. Ebbene, la qualità non manca a questa formazione: avrà però bisogno di ulteriore sostegno. E su questo tasto Gilardino batterà il colpo di fronte ai dirigenti societari, con i quali, si sa (e come dice lui) parla continuamente, giorno dopo giorno.

Per la prima volta il Genoa ha vestito la quarta maglia. Beh, ma quei calzoncini con quella tonalità di rosso…sono una bestialità estetica.

Vittorio Sirianni

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