Sbravati: «Il centro sportivo deve creare un core business giovanile»

Il direttore: «L'obiettivo principale resta quello di creare calciatori per il professionismo»

Sbravati Genoa
Il direttore Michele Sbravati (Foto Pianetagenoa1893.net)

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«Un sogno non solo mio, ma di tutti i dirigenti e tecnici che lavorano nel settore giovanile». Michele Sbravati, responsabile del vivaio del Genoa, non usa giri di parole nel definire il progetto Erzelli: «La possibilità di avere una casa indipendente e avere una struttura distintiva dove far convivere le categorie dall’attività agonistica e pre-agonistica non potrà che portare un valore aggiunto alla società» spiega il direttore, ripreso da TMW. «Non è semplice trovare un’area disponibile a causa della particolare conformazione della Liguria. L’ipotesi di poterlo fare fuori dalla provincia di Genova è complicato per le scuole, per le famiglie e per i trasporti» aggiunge Sbravati.

Sulle dinamiche del futuro: «La sostenibilità di un club passa dal coinvolgimento di tutti i pilastri essenziali: primo, i tifosi. I vari settori interni alla società sono importanti nel momento in cui sono in grado di produrre un valore. La Primavera, ad esempio, è considerata come una seconda squadra: purtroppo, quella del Genoa è stata costretta ad emigrare a Vado a causa della dimensione del campo richiesta di 64 metri. Tutto ciò dovrà creare un core business in funzione dell’obiettivo principale: creare calciatori per il professionismo. Ben vengano anche i risultati di squadra, ma non sarà l’obiettivo principale».

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