Napoli-Genoa anni ’50: due vittorie rossoblù a tavolino nello stadio del Vomero (VIDEO)

Marco Colla racconta di due successi d'ufficio del Grifone, dovuti alle intemperanze dei tifosi azzurri


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Correva l’anno 1954. Domenica 10 gennaio era in programma Napoli–Genoa al Vomero, stadio molto più ridotto rispetto all’attuale San Paolo. Pronostici tutti azzurri, vista la squadra di casa che lottava per l’alta classifica e il Genoa guardare tutti o quasi dal basso (era penultimo). Ma il campo parlò diversamente e propose una partita stranamente equilibrata.

Primo tempo chiuso in linea alla logica di classifica; partenopei avanti 1-0 con rete di Amadei. Ripresa con pareggio immediato rossoblù. Autore Frizzi su assist di Carapellese. Il Genoa dovette nuovamente capitolare quando lo svedese Jeppson bucò di prepotenza la rete di Franzosi. Genoa alla ricerca del possibile pari e minuto magico l’85’ quando il mediano Adriano Corrente spintosi in avanti segnava sia il gol del 2-2 nonchè l’unica rete in tutto il suo quadriennale soggiorno in rossoblù. Ma qui iniziano i fuochi d’artificio in linea con l’ambiente. I partenopei lamentano un sospetto fuorigioco del laterale, ma l’inflessibile arbitro Righi di Milano convalida il gol. Prima invasione di campo da parte del pubblico inferocito al punto che una ventina di scalmanati entrano sul terreno di gioco. Calma riportata e partita che riprende. Attacca il Napoli. Un suo atleta vola platealmente in area, ma l’arbitro giustamente sorvola, e qui una seconda invasione piuttosto massiccia. Dopo 10 minuti, il residuo di gara riprende. Il terzino azzurro, l’ungherese Eugen Viniey spintosi all’attacco finisce a terra in area; rigore dubbio che l’arbitro concede. Realizza Amadei, che riporta la calma sugli spalti. Il triplice fischio del direttore di gara sancisce la vittoria del Napoli per 3-2. Ma il Genoa non ci sta e sporge subito reclamo. Ci penserà a tutto l’arbitro Righi che così scriverà nel suo rapporto «ho considerata chiusa la gara sul 2-2. I cinque minuti finali li ho fatti disputare pro forma onde evitare ulteriori incidenti, così come ho assegnato il discutibile penalty per lo stesso motivo». Tanto bastava affinché la commissione giudicante assegnasse la vittoria a tavolino per 2-0 al Genoa con 7 voti contro 5. Segno che non si trattò di una decisione unanime. Particolare curioso: risulta a tutt’oggi in campionato l’ultima circostanza in cui il Genoa sconfitto sul campo, si è visto assegnare la vittoria. E sono trascorsi oltre 65 anni…

CORREVA L’ANNO 1959

Siamo al 4 ottobre 1959, circa sei anni più tardi e si gioca la terza di campionato. È in programma Napoli-Genoa ancora allo stadio Arturo Collana nel quartiere Vomero (il nuovo San Paolo verrà inaugurato qualche settimana più tardi). Le due squadre dopo rispettivi 180 minuti sono ancora a quota zero; logico che si prospetta un’incontro parecchio nervoso. Il Genoa diretto dalla coppia Busini-Poggi, capisce subito l’antifona e inizia la gara giocando di rimessa. Ciò gli consente di andare a rete al 21’ grazie ad un contropiede concluso a rete da Paolo Barison, estrema sinistra. Da quel momento si gioca soltanto nella metà campo genoana. I partenopei, allenati da Annibale Frossi, non riescono a far breccia sul muro rossoblu. L’estremo difensore Piccoli (un numero uno bravo ma discontinuo) compie miracoli in serie. Si arriva così all’85’ col punteggio ancora immutato. E qui accade… quel che non dovrebbe mai accadere: l’attaccante napoletano Luis Vinicio, campione originario del Brasile, entra di slancio in area, viene sgambettato da Carlini, riesce a rialzarsi e a scaraventare la palla in rete. Esultanza dello stesso Vinicio e di tutto il pubblico sugli spalti per un gol cha sa tanto di uscita da un incubo ma, doccia fredda immediata, l’arbitro De Marchi di Pordenone non convalida la rete dal momento che prima aveva fischiato il fallo da rigore, incurante della regola del vantaggio. Pubblico che comincia a rumoreggiare; si fa avanti il terzino Comaschi incaricato a trasformare la massima punizione. Il tiro colpisce il palo, torna sui piedi dello stesso Comaschi, palla servita a Di Giacomo che gonfia la rete. Ovvio che anche stavolta l’arbitro non convalidi; il regolamento non lo consente. Di parere opposto il pubblico che comincia a lanciare oggetti in campo tra cui due grosse pietre. C’è pure un tentativo di invasione subito represso ma il lancio degli oggetti, fra cui pericolosi petardi, continua. Tanto basta affinché il direttore di gara consideri chiusa la partita e faccia fare rientro negli spogliatoi.

Conseguenze disciplinari: campo del Napoli squalificato per due giornate e vittoria a tavolino per 2-0 assegnata al Genoa. Lo scorno sarà tutto per Barison, al quale viene annullata la sua prodezza in campo.

Marco Colla

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