«Ritengo che le società calcistiche debbano poter ambire ad avere uno stadio di proprietà, che possa essere acquisito a patrimonio e diventarne una voce importante, aspetto che viceversa non è conciliabile con il sistema delle concessioni». Andrea Abodi, ministro dello Sport, lo ha affermato in risposta a un’interrogazione alla Camera sul tema degli impianti sportivi. «In Italia infatti si parla troppo spesso della sostenibilità del sistema sportivo – ha proseguito Abodi – senza considerare però che lo stesso ci trova da troppo tempo ad affrontare problemi gravissimi in quest’ottica come quello delle strutture vecchie e inadeguate sotto il molteplice profilo della sostenibilità energetica e tecnologica, della accessibilità soprattutto in tema di disabilità e dimensione inclusiva. Dall’altra parte nella nostra nazione solo due società professionistiche su cento hanno uno stadio di proprietà».
Il ministro ha accennato a una possibile soluzione per risolvere i problemi per i club: «Il flusso di capitali privati può rappresentare una delle soluzioni più pratiche per il tema stadi. Pertanto nei casi di Roma e Lazio, vagliate tutte le implicazioni nella costruzione di loro impianti di proprietà, andrebbe incoraggiata e supportata, così come tutte le progettualità volte a migliore il parco stadi del Paese».
Abodi ha poi illustrato il caso della Capitale: «In merito alla possibilità che nella città di Roma coesistano quattro stadi di calcio, ipotesi che ad oggi appare invero abbastanza remota, faccio presente che sempre e comunque nel rispettare delle scelte delle amministrazioni locali e degli enti coinvolti, sussistono soluzioni che garantiscono un diverso utilizzo degli stadi. A tal riguardo, a titolo esemplificativo, ricordo che lo stadio Olimpico si appresta nella prossima estate a ospitare agli Europei di atletica 2024, una lunga tradizione di ospitalità di grandi avvenimenti sportivi, anche non calcistici, a partire dal Sei Nazioni, il Golden Gala, nonché di concerti e altre manifestazioni sportive e culturali. Pertanto mi pare, devo dire, piuttosto riduttivo e improprio limitare il ruolo degli stadi. Gli impianti sportivi svolgono un ruolo ben più ampio come sede di aggregazione e di socialità».