Il ministro Abodi: «I club devono poter ambire ad avere uno stadio di proprietà»

Per il titolare del dicastero dello Sport «Il flusso di capitali privati può rappresentare una delle soluzioni più pratiche»

Abodi
Andrea Abodi (Foto Gabriele Maltinti/Getty Images)

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

«Ritengo che le società calcistiche debbano poter ambire ad avere uno stadio di proprietà, che possa essere acquisito a patrimonio e diventarne una voce importante, aspetto che viceversa non è conciliabile con il sistema delle concessioni». Andrea Abodi, ministro dello Sport, lo ha affermato in risposta a un’interrogazione alla Camera sul tema degli impianti sportivi. «In Italia infatti si parla troppo spesso della sostenibilità del sistema sportivo – ha proseguito Abodi – senza considerare però che lo stesso ci trova da troppo tempo ad affrontare problemi gravissimi in quest’ottica come quello delle strutture vecchie e inadeguate sotto il molteplice profilo della sostenibilità energetica e tecnologica, della accessibilità soprattutto in tema di disabilità e dimensione inclusiva. Dall’altra parte nella nostra nazione solo due società professionistiche su cento hanno uno stadio di proprietà».

Il ministro ha accennato a una possibile soluzione per risolvere i problemi per i club: «Il flusso di capitali privati può rappresentare una delle soluzioni più pratiche per il tema stadi. Pertanto nei casi di Roma e Lazio, vagliate tutte le implicazioni nella costruzione di loro impianti di proprietà, andrebbe incoraggiata e supportata, così come tutte le progettualità volte a migliore il parco stadi del Paese».

Abodi ha poi illustrato il caso della Capitale: «In merito alla possibilità che nella città di Roma coesistano quattro stadi di calcio, ipotesi che ad oggi appare invero abbastanza remota, faccio presente che sempre e comunque nel rispettare delle scelte delle amministrazioni locali e degli enti coinvolti, sussistono soluzioni che garantiscono un diverso utilizzo degli stadi. A tal riguardo, a titolo esemplificativo, ricordo che lo stadio Olimpico si appresta nella prossima estate a ospitare agli Europei di atletica 2024, una lunga tradizione di ospitalità di grandi avvenimenti sportivi, anche non calcistici, a partire dal Sei Nazioni, il Golden Gala, nonché di concerti e altre manifestazioni sportive e culturali. Pertanto mi pare, devo dire, piuttosto riduttivo e improprio limitare il ruolo degli stadi. Gli impianti sportivi svolgono un ruolo ben più ampio come sede di aggregazione e di socialità».

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.