Il Boca Juniors, il Vasco Da Gama e l’ossessione per il 7

Gli Xeneizes preparano l'assalto alla Séptima nel centro sportivo brasiliano di 777 Partners

Cavani Barco Boca Juniors
L'esultanza di Edinson Cavani, incontenibile il rosso Valentin Barco classe 2004 (foto Twitter di Boca Juniors)

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Il conto alla rovescia è iniziato. A Buenos Aires non si parla che della Séptima. I venticinque giorni che separano il mondo del Boca Juniors dalla finale di Libertadores saranno i più lunghi della stagione. E tra i tifosi azul y oro è nata un’ossessione: quella per il numero 7, che rappresenta il tutto. Il trofeo più ambito, dedicato alla memoria dei liberatori dei popoli ispanoamericani, manca in bacheca dal 2007, appunto, e tra i boquensi c’è chi intravede i messaggi subliminali. Un addetto al reparto acqua di un supermercato racconta di aver trovato una carta da poker rimasta attaccata sotto una cassa, ed era la numero 7; un altro ha fatto caso al numero delle lettere del suo cognome soltanto al momento del ritiro della patente. Forzature o meno, gli argentini la chiamano mística. E ci credono terribilmente. Come lo scaramantico «anulo mufa», annullo la muffa, che ha invaso il Qatar.

Così ha un senso preciso la scelta del Boca Juniors di preparare la partita presso il centro sportivo del Vasco Da Gama. La ragione, infatti, non è solo di natura logistica, visto che la finale contro la Fluminense di Marcelo si giocherà al Maracaná: il club di Rio De Janeiro è di proprietà di una nota holding americana il cui nome è 777 Partners e ciò non può non aver influito sulla decisione. La mania per la Séptima è entrata nella testa di tutti, persino dei tennisti: Diego Schwartzman, detto el peque per la sua scarsa altezza, passa il turno al torneo di Shanghai e, firmando sul vetro della telecamera, solletica la vittoria «por la séptima boquita». Come se non bastasse, i media brasiliani hanno rivelato la maglia del Boca esposta al museo del Maracaná tra le squadre che hanno calcato il suo mitologico prato: è la numero 7 del ’77, anno in cui il Boca vinse la copa a Montevideo.

Il tecnico Almiron deve gestire le energie psicofisiche della squadra in un arco temporale lungo. Ad aiutarlo nel lavoro ci pensa Micho Demichelis, allenatore del River Plate, che pungola l’ambiente del Boca Juniors: «Non scambierei mai una finale internazionale con due Superclásicos vinti in un anno». L’ex difensore del Bayern Monaco mente sapendo di mentire, ma così è iniziato il gioco mentale che contrappone la squadra della Boca a quella di Nuñez. La Séptima sarà in palio il 4 novembre (ore 22 italiane) e a spingere gli Xeneizes contro la Flu ci saranno almeno 20mila spettatori soltanto in una delle due curve destinate esclusivamente agli hinchas delle due squadre: i prezzi sono tutt’altro che popolari per gli standard del Brasile poiché si va da un minimo di 50 euro fino ad un massimo di 250 euro nei settori misti. Il conto alla rovescia è iniziato.

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