GRIFO D’ATTACCO – Tutti in piedi per questo Genoa

Quasi dispiace che il campionato sia terminato perché il Grifone è la squadra maggiormente cresciuta nelle ultime dieci parite

Drago Retegui Criscito Gudmundsson Gilardino Perugia Strootman Coda Portanova Sturaro Blessin Labbadia Rovella Shevchenko Nuti Genoa Ballardini 777 Partners
Beppe Nuti, giornalista di Telenord

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Il Genoa conclude in bellezza la propria stagione del ritorno in Serie A: 2-0 al Bologna in un contesto-stadio a dir poco esaltante. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 351ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

Quarantanove punti, un senso di crescita esponenziale e di valorizzazione di tutti gli uomini: è l’effetto Gilardino? «Sì, il merito è del tecnico che, unico esordiente in A, ha dato una netta impronta alla squadra, migliorando sé stesso ma soprattutto i calciatori che stravedono per lui. Straordinario, è l’aggettivo della stagione del Genoa. Ci voleva, ne avevano bisogno i tifosi. Un trionfo generale: di stadio, di gruppo, tecnico e dirigenziale. L’undecimo posto e i 49 punti, migliore neopromossa d’Europa, rendono il Grifo una realtà da osservare con occhio differente rispetto alle precedenti salvezze stiracchiate e bruttine. Quasi dispiace che il campionato sia terminato perché il Genoa è la squadra maggiormente cresciuta nelle ultime dieci parite. Probabilmente, il punto di svolta della stagione è stata la vittoria di Salerno, raggiunta con pochi effettivi: proprio da lì, è cominciato il crescendo “gilardiniano” culminato dominando il Bologna terzo in classifica e prossimo alla Champions League. É stata una bella sfida, tra i due tecnici rivelazione dell’anno».

Ci fa l’ultimo punto della situazione individuale della stagione? «Con piacere. Mister Gilardino ha schierato Malinovskyi da play, non è una trovata perché già ci giocava a inizio carriera e in taluni frangenti al Marsiglia: più di Badelj, Ruslan ha gol, fisico, potenza al tiro e disinvoltura nel calcio, il tutto però è agevolato dalla copertura del campo di Frendrup, che anche ieri è stato impressionante. Malinovskyi è un punto fermo del Genoa, se sta bene nessuno può sfilargli la maglia da titolare, è un calciatore di classe che alza di un gradino il livello di squadra. Con la scelta iniziale di Vitinha e Gudmundsson in attacco supportati da Thorsby, l’allenatore ha voluto togliere ogni riferimento al Bologna: il portoghese, che spero venga confermato, è dotato di una rapidità fulminea tipica di quei calciatori brevilinei forti di gambe, ha segnato un gol di qualità e subito molti falli. Gudmundsson, invece, ha ceffato un gol non da lui; Albert, uomo al centro del mercato, è diventato elemento generazionale, come in passato lo sono stati Aguilera e Diego Milito».

Discorso a latere per Kevin Strootman giunto all’ultima partita con la maglia del Genoa. «Sì, se lo merita. É un gran signore, un gran professionista che, se non avesse avuto infortuni a ripetizione, avrebbe giocato in uno dei tre club più importanti al mondo. Sono felice che in una settimana abbia ricevuto la sincera ovazione sia dell’Olimpico che del Ferraris, due stadi che l’hanno visto protagonista di stagioni a loro modo incredibili. Con la sua personalità e classe, al Genoa ha contribuito sensibilmente alla scorsa promozione e a due salvezze, una delle quali capitata durante il periodo degli stadi chiusi per la pandemia: Strootman è stato importante sia in campo, per il profondo senso tattico e qualitativo, sia nello spogliatoio con i suoi consigli e carattere nei momenti difficili. La statura umana di Kevin è riconosciuta in Serie A».

La nobiltà calcistica è a 60 punti? «Se per nobiltà intendi “qualificazione in Europa”, la mia risposta è affermativa anche se andiamo cauti con lo sbandierare dei traguardi che, al momento, sono di difficile raggiungimento. La società rossoblù è chiamata a compiere delle scelte che siano concertate con mister Gilardino: per il salto di qualità serve tempo non solo per costruire una mentalità vincente ma anch per avere più calciatori d’esperienza europea, come Malinovskyi, uniti a un gruppo di giovani da valorizzare (per citarne alcuni, De Winter, Vasquez e Martinez avranno un anno in più alle spalle). Inoltre, sarebbe d’uopo confermare gli elementi più importanti in organico, ma so che per la società è il passo più difficile perché deve cedere almeno per un’altra sessione di mercato. Il prossimo anno ci sarà un migliore allineamento della rosa perché Ruslan, Messias e Retegui non avranno particolari ritardi di condizione o preparazioni particolari da svolgere da soli».

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