GRIFO D’ATTACCO – La salvezza del Genoa è il minimo sindacabile

Una stagione così dura conferma il fallimento della recente politica di Preziosi

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Il giornalista Beppe Nuti, voce e volto storico delle emittenti radio-tv genovesi

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Il Genoa è salvo! Il pareggio tra il club più antico d’Italia e la Fiorentina e la contemporanea vittoria dell’Inter condannano l’Empoli alla Serie B. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, direttore artistico e responsabile dello sport di Antennablu, nella 130ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

Dodicesima salvezza consecutiva per il Genoa che sfata il tabù del Franchi. «È il minio sindacale che si poteva chiedere alla squadra. Una sofferenza inaudita che, per fortuna, porta al mantenimento della massima categoria, condizione indispensabile anche sul fronte cessione della società. Il Genoa non si è salvato per una “combine”, la Fiorentina non si è scansata: lo 0-0 era un risultato utile a entrambe, alla luce del vantaggio dell’Inter. Onore all’Empoli per come ha giocato a calcio nelle ultime partite».

Criscito, Biraschi, Bessa e altri calciatori hanno pianto al triplice fischio«Hanno scaricato la tensione nervosa accumulata nelle ultime settimane. Sono professionisti ben pagati ma pur sempre degli uomini, con le loro fragilità. Sono lacrime che fanno piacere perché la stagione è terminata con il lieto fine».

Come valuta complessivamente la stagione rossoblù? «Negativa. Il primo errore di Preziosi è stata la conferma a furor di popolo di Ballardini: non ne era convinto. Poi la cessione di Piatek, dolorosissima come sottolineato anche da Criscito. Faccio i miei complimenti agli oltre 2500 genoani presenti al Franchi: hanno preso tanta pioggia ma alla fine la felicità ha prevalso su tutto».

Il tredicesimo campionato di fia in A lo giocherebbe con Prandelli o secondo lei è necessario un nuovo cambio tecnico? «Cambio tecnico ma attendo sviluppi anche in società. Una stagione così dura conferma il fallimento della recente politica di Preziosi. Prandelli ha conseguito un traguardo importante senza impressionare (bene con le grandi, male con le piccole) ma non era facile lavorare serenamente in tale contesto. Alla fine non credo che resterà».

Beppe Nuti | Alessandro Legnazzi

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