GRIFO D’ATTACCO – La scelta di Shevchenko svela l’ambizione di 777

Il tecnico ucraino non sarà un traghettatore rossoblù

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Beppe Nuti, giornalista di Telenord

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Il Genoa rimedia il terzo pareggio consecutivo grazie alla rete di Flavio Bianchi, attaccante proveniente dal florido settore giovanile. Shevchenko pronto a rilevare la panchina di mister Ballardini. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 235ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

L’ultima partita dell’era Preziosi coincide con l’ultima di Ballardini. «È un caso? Preziosi ha dato l’ultimo colpo di coda: c’eravamo tanto… odiati. Il tecnico ha preparato bene la partita di Empoli, infatti il Genoa ha dominato per un tempo e sfiorato il doppio vantaggio: dopo l’ora di gioco, però, mister Ballardini non ha risposto ai cambi di Andreazzoli che hanno dato anima alla mediana con gli inserimenti di Zurkowski e Samuele Ricci. Il trio difensivo rossoblù composto da Masiello, Vasquez e Criscito ha dato buone risposte ma il Grifone ha compiuto l’errore di amministrare il vantaggio abbassandosi con il baricentro e calando d’intensità senza cercare il secondo gol. La prima rete del dianese Flavio Bianchi – in campo ben sette giocatori del vivaio – è l’ennesima riprova della qualità del lavoro del maestro Michele Sbravati, il migliore in Italia, il quale meriterebbe un ruolo di maggiore risalto».

Qual è il suo bilancio della dodici partite della gestione Ballardini? «Innanzitutto mi sento di ringraziarlo per il lavoro svolto negli ultimi undici mesi: il mister avrà sempre la riconoscenza e l’amore dei tifosi del Genoa. Tuttavia il bilancio è misero: pochi punti e una delle peggiori difese del torneo. Della sua gestione confusa non ho capito perché abbia accettato un calciomercato estivo approssimativo e ritardatario, con doppioni nei ruoli cardine e calciatori fuori forma, senza imporre alla società delle condizioni minime per sopravvivere in Serie A: altro che rosa migliore degli ultimi otto anni. Ballardini lascia il Grifone a un punto di classifica brutto ma non così drammatico dopo dodici giornate di campionato e una sosta Nazionali da massimizzare».

Ci traccia il suo profilo di mister Shevchenko? «Con la mentalità e il fisico che si ritrova vorrei vederlo ancora in campo nonostante i quarantacinque anni d’età. Ironia a parte, Shevchenko vanta record impressionanti, come il maggior numero di gol segnati nel derby della Madonnina, e un palmares internazionale impreziosito dal Pallone d’Oro e dalla massima onorificenza di Eroe di Ucraina. Il Genoa ha messo sul piatto non solo il contorno ma anche la carne dell’amico Gigino assestando un colpo d’immagine e di sostanza: il tecnico non è un debuttante – ha allenato l’Ucraina cinque anni portandola ai quarti di finale dell’Europeo – si è formato con grandi maestri, da Lobanovski ad Ancelotti, ha la personalità per rendersi credibile e sa valorizzare i giovani: assieme al vice Tassotti, che sarà fondamentale nel lavoro quotidiano che è la grande differenza tra una Nazionale e un club, ha lanciato calciatori come Zinchenko, Jaremchuk, Tsygankov, Zabarnyi e Mykolenko».

Che valore attribuisce all’approdo di Shevchenko al Genoa? «Avevamo auspicato un intervento della holding – coordinato dai buoni uffici che intercorrono tra Preziosi e l’a.d. del Monza Adriano Galliani – e possiamo dire che siamo stati accontentati. Mister Shevchenko non sarà un traghettatore del Genoa ma un allenatore che lavorerà per più stagioni, altrimenti non avrebbe accettato un contratto triennale (lunedì la firma a Villa Rostan) a due milioni di euro netti. Credo che il suo assenso a stagione in corso al Grifone sia strettamente legato a una campagna di gennaio che rinforzerà la rosa. Dopo quasi sei anni di sofferenze continue i tifosi rossoblù, soprattutto i più giovani e giovanissimi, meritano le prime pagine e uno scenario degno del nome del Genoa e della città di Genova»

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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