GRIFO D’ATTACCO – Capolavoro tattico di Gilardino

Annullate le fonti di gioco dell'Inter, al Ferraris il Genoa si sente come in una tana sicura

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Beppe Nuti, giornalista di Telenord

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Il Genoa di mister Gilardino ferma la capolista Inter e fa bella figura sotto ogni punto di vista: tattico, agonistico e ambientale con un Ferraris ribollente di passione. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 330ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

Il Genoa chiude il 2023 nel migliore dei modi. «A volte, i pareggi hanno il sapore di una vittoria, come in questo caso, considerando la qualità dell’avversario e ciò che il Genoa e i genoani ha mostrato in campo e sugli spalti. La squadra sta crescendo, e il fatto di aver iniziato con nove undicesimi della scorsa stagione contro la capolista Inter, che può vantare venticinque titolari, non può essere mascherato. Al Ferraris, splendido per partecipazione, il Grifone si sente in una tana sicura e sfodera il meglio: buona partita di Martin, basilare Frendrup che con Strootman ha trascinato il Genoa dentro l’agone. L’olandese è fondamentale a centrocampo, ha fatto capire a tutti che aria tirava con il suo consueto modo grintoso di vivere la partita. Peccato che il gol dell’Inter fosse irregolare, come unanimemente definito: le direttive dell’AIA chiariscono di fischiare sempre fallo con la spinta a due mani, come quella di Bisseck».

Mister Gilardino è riuscito in un piccolo capolavoro tattico? «Sì, il tecnico del Genoa ha bloccato le fonti di gioco dell’Inter, Calhanoglu e Mkhitaryan, e rimodulato la squadra nel secondo tempo. Dal 70′, ha schierato le quattro punte d’oro, interpreti che difficilmente perdono palla e, con le loro diverse caratteristiche, permettono al Grifone di tenere alto il baricentro senza perdere equilibrio; Gilardino ha ottenuto la disponibilità di Messias nel giocare da ala pura con i piedi sulla linea, ciò fa capire la capacità persuasiva del mister. La squadra si riconosce in lui, sta svolgendo un lavoro straordinario perché in primis ha creato un gruppo, e poi cura con maniacalità la preparazione della partita. In questi suoi tredici mesi di gestione, Gilardino è entrato con garbo, personalità e competenza nel Genoa».

Dragusin über alles. «Godiamoci il Drago. É incredibile la sua efficacia sulle palle alte, mi è piaciuto altresì in marcatura prima su Arnautovic e poi, una volta entrato Sanchez, anche su Thuram. La notizia è che ha rimediato il primo cartellino giallo alla diciottesima giornata, peraltro a seguito di uno scontro fortuito con lo svizzero Sommer, non un fallo tattico o dovuto a proteste. Le sirene provenienti dalla Premier League sono sempre più insistenti e sarà difficile rinunciare a una forte iniezione di liquidità a gennaio: mister Gilardino è stato chiaro, vorrebbe tenerlo ma senza incatenarsi ai cancelli del Pio. Esistono equilibri di campo e di bilancio da rispettare».

A che punto è lo “stato avanzamento lavori” del Genoa? «L’obiettivo intermedio dei 20 punti è stato raggiunto con una giornata d’anticipo sulla fine del girone d’andata, sono certo che in estate chiunque avrebbe fatto carte false. Dove sono finiti quei signori che professavano solo sconfitte nelle ultime quattro giornate o, non paghi, addirittura lo spettro della retrocessione già prima di Natale? Il Genoa ha svolto oltre metà dell’opera, escludo che la quota salvezza sarà di 40 punti. Adesso con il mercato condizionato di gennaio serve perfezionare i reparti più scoperti (fascia destra e seconda punta, ma ne parleremo a suo tempo) per dare ulteriore impulso ai risultati e alla crescita generale del club: è un bene che i più giovani vadano allo stadio a vivere la partita, il ricambio generazionale è vitale».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti augurano a tutti i lettori un felice 2024!

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