Genoa al tappeto: Preziosi abbia la forza di rialzarlo

Finora il presidente rossoblù è rimasto defilato da quella scena che un tempo lo vedeva mattatore

Preziosi Genoa
Enrico Preziosi (da Genoacfc.it)

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Il pugile cade di nuovo al tappeto. Per la seconda volta nel corso del match. L’arbitro è costretto a iniziare il conteggio fino a dieci. Uno… due… Sono attimi infiniti per chi assiste, secondi che si inseguono come fossero staffettisti olimpionici per chi è nel quadrato con la testa che gira. La chiamano contrazione e dilatazione del tempo, è una stortatura della psiche umana: diverse persone percepiscono in modo contrapposto lo stesso accadimento. Vai a capire i sentimenti. Tre… Quattro… Il lottatore avrà ancora la forza di rialzarsi dopo aver incassato così tanti colpi?

Il Genoa è a terra e mai come quest’anno i segnali nefasti sono così inequivocabili. Il Grifone è precipitato all’ultimo posto in classifica, di nuovo dopo il capitombolo di Natale: due indizi gravi, precisi e concordanti fanno una prova. I dubbi dei suoi tifosi, inerti dinanzi a questo brutto spettacolo che dura da troppo tempo, riflettono le paure dei calciatori stessi, come fatto trapelare da Pandev prima della partita con la Roma. Tenebre emotive che da settimane mister Nicola cerca di scacciare con il lume della positività dandosi un gran daffare sul campo del Pio e a livello mediatico per fluidificare un messaggio granitico come un sasso. Vedere per credere la grinta con cui ha tentato di scuotere la Nord dopo la dodicesima sconfitta della stagione.

Cinque… Sei… L’arbitro prosegue stavolta aprendo anche il dito della seconda mano. Il suono della campana è sempre più vicino. Enrico Preziosi finora è rimasto silente e defilato da quella scena pallonara che un tempo lo vedeva mattatore tra rivoluzioni, riforme e ribaltoni di cliché. La Serie A del Genoa è a repentaglio e soltanto l’azione concreta del presidente può dare manforte a Nicola e allo spogliatoio. Tocca a Preziosi rialzare il pugile sempre che Preziosi non sia il pugile.

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