Lettera/Paolo Guidetti: «Punti fermi, noi tifosi, Nicola e la squadra. Diamoci dentro insieme»

Il nostro lettore: «L'unico e vero punto fermo è il popolo rossoblu. Pur nella contestazione sacrosanta, pur a seguito dell'ennesima sconfitta in casa, i tifosi, infinitamente grandi e la Nord in testa, hanno applaudito i giocatori domenica scorsa alla fine della partita»

Genoa
La festa per il Genoa sotto la Nord (Foto Genoa cfc Tanopress)

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Buongiorno a tutti,

una brutta doccia fredda questa mattina venire a sapere della vittoria della Spal a Bergamo. Molti di noi erano certi della vittoria della super-Atalanta. Era un dolce pensiero, per evitarci quell’orrendo colpo d’occhio della classifica che ci vede ultimi, in fondo. Piuttosto umiliante.

E’ il 21 gennaio, il mercato langue (eufemismo). Chi sperava in guizzo dell’ego o in un moto di orgoglio del LR dovrà probabilmente rassegnarsi. La prima squadra italiana per plusvalenze ha acquistato ieri un giocatore per 50 mila euro. Per una famiglia normale è una bella cifra, ci si paga l’anticipo per un mutuo. Come acquisto di una gloriosa squadra di calcio della serie A italiana che rischia la retrocessione è un pugno allo stomaco, il levare bandiera bianca, gettare la spugna.

Non si può contare sulla società. Essa non esiste. Il LR rappresentante è sparito. Il nuovo ed ennesimo DS è come un ministro senza portafoglio. Non può far arrivare nessuno, anche perché davvero, forse, nessuno più vuol venire, se non dei giocatori un po’ sbandati, tra fine carriera o a spasso.

Ci manca solo l’annuncio dell’acquisto di Giobatta Sciaccaluga, classe ’69, tornante del Campasso, acquistato per 50 mila lire e un contratto da “1 panino col salame di Sant’Olcese e 1 gazzosa al giorno”.

E allora che ci resta? Non si sa se retrocederemo o meno, ma come una gloriosa nave senza il capitano e neppure il secondo, non resta che riorganizzare l’equipaggio che si ha e, al limite, affondare con dignità, lottando contro gli elementi avversi fino all’ultimo respiro.

L’unico e vero punto fermo è il popolo rossoblu. Pur nella contestazione sacrosanta, pur a seguito dell’ennesima sconfitta in casa, i tifosi, infinitamente grandi e la Nord in testa, hanno applaudito i giocatori domenica scorsa alla fine della partita. Un pubblico, un popolo e una gradinata come la nostra non hanno eguali.

Nicola è un punto fermo. E’ lui che prendendo le funzioni di capitano deve organizzare la ciurma e sta cercando di farlo. E’ tecnicamente in gamba e sta facendo qualcosa di eccezionale date le condizioni in cui siamo. Se non fosse genoano non sarebbe venuto. Speriamo non lo rimpianga, ma sappia che comunque andrà, persone che con noi si comportano così entrano nella storia di un popolo.

La squadra. Che dire? A priori non è da ultimo posto. Ai giocatori possiamo solo chiedere di mettercela tutta e di non lasciarsi andare allo sconforto. Ne abbiamo di buoni e di attaccati alla maglia. Non serve fare nomi. Coraggio, siete il Genoa!

Visto che nulla arriva dall’alto, partiamo dal basso. Stringiamoci intorno a allenatore e giocatori, qualunque cosa succeda. Che tecnico e giocatori siano sostenuti con tutte le forse (tutti, senza distinzione) e andiamo contro la tempesta da veri ‘genovesi’, uomini di mare che non si tirano mai indietro, comunque vada. Qualcuno scrisse “Siamo genovesi, con l’istinto di esplorare e la burrasca nell’anima; siamo genovesi, millenni di storia nello scafo e la prua dritta verso il futuro”. Comunque sia, che il LR ci porti alla retrocessione o punti al fallimento, noi saremo sempre lì. Così è stato per generazioni. Che lo sappia, mentre lui sparirà nell’oblio e tutt’al più sarà ricordato come il peggiore LR di tutti i tempi.

Diamoci dentro, tutti insieme!

Paolo Guidetti

paoguide@libero.it

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