Gazzetta dello Sport, Piatek: “Il Genoa è la scelta migliore”

Intervista al capocannoniere di A

Piatek
Piatek gol (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Krzysztof Piatek ha il carattere forte ed è abituato al lavoro duro. “Come tutti i polacchi” ha raccontato stamani a La Gazzetta dello Sport, intervistato affianco a Dawid Nura che collabora con la comunicazione del Genoa dalla Polonia. Con 17 gol in tutte le competizioni, KP9 ha una media da capogiro (una rete ogni 84′) e in quattro mesi ha conquistato Genova. Non gli pesano i paragoni con Lewandowski, col quale parla molto in nazionale, meno gradita è invece l’assimilazione a Dzeko: “Non sono ossessionato dal fatto di essere capocannoniere già a dicembre. Devo imparare ancora tanto, concentrarmi su me stesso, non guardo alla classifica cannonieri ma mi interessa semmai fare di tutto per diventare il numero uno a fine stagione”.

Ho iniziato a giocare all’età di due anni, e poi proprio a causa di questa passione non andavo volentieri a scuola – le sue parole alla rosea – ora però possiamo vedere i frutti di tutto questo lavoro fatto sin da quando ero bambino. Il mio carattere proviene da mio padre Alexander, mi ha dato un’educazione molto rigida e secondo lui, indipendentemente da cosa si vuol fare nella vita, occorre lavorare molto e duramente. Io quando ero giovane volevo solo giocare, senza curare la forma fisica, il lavoro atletico in palestra è arrivato 15 anni dopo, lì ho capito che per iniziare a eccellere dovevo curare anche i dettagli”.

A proposito della società rossoblù, Piatek ha pure dedicato qualche battuta al Grifone: “Il Genoa è un club ambizioso, che di solito occupa una posizione a centro classifica, e dunque può darmi spazio per giocare. Non avrei potuto desiderare società migliore di questa, e poi è il club più antico d’Italia. Non penso a diventare una leggenda per un club, voglio solo segnare, sempre e sempre di più. Vivo giorno per giorno, senza guardare troppo lontano”. Immancabile, infine, un commento sul tourbillon di mister cambiati in soli quattro mesi: “Prandelli è un allenatore con grande esperienza, io ho imparato molto pure da Ballardini, Juric invece è arrivato in un momento complicato, quando era difficile fare risultati. La rosa è giovane, ma di grande qualità e l’ha dimostrato. Poi con Kouamé ci intendiamo a meraviglia, ma per adesso stiamo studiando il modo per andare in gol insieme su azione anziché su rigore…”

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