Antonio Filippini contro il suo passato e la sua città Natale. Domenica le ragazze del Genoa Women, quinte in classifica ex aequo con l’Hellas Verona dopo la vittoria sul Tavagnacco, affronterà il Brescia al centro sportivo Mario Rigamonti: «Quella contro la squadra della propria città non potrà mai essere una partita come le altre: chi dice il contrario, mente. Mio fratello Fabio ha allenato per anni una squadra amatoriale femminile, è stato lui a introdurmi in questo mondo. Anni fa, quando allenavo squadre maschili, mi era comunque capitato di andare a vedere partite del Brescia. Allenare gli uomini o le donne, dal punto di vista della metodologia, è la stessa cosa».
«Non sono mai tornato a casa scontento del lavoro che fanno le mie ragazze, qualcosa che purtroppo mi è capitato con le squadre maschili. Si ragiona allenamento dopo allenamento, esercizio dopo esercizio: porterei questa abnegazione in ogni squadra maschile, qui non ci si risparmia mai e, credetemi, che non è una frase fatta. Non potevo fare scelta migliore di allenare una squadra femminile: a Genova si sono creati i presupposti per lavorare bene: abbiamo uno staff di persone qualificate, la società ci ha messo nelle condizioni di fare calcio nel miglior modo possibile» spiega il tecnico del Genoa, intervistato dal sito Figc.
«É capitato che le ragazze volessero sapere aneddoti su Guardiola, su Baggio e su altri compagni con cui ho avuto il piacere di giocare. Sono affamate di calcio, mi fanno mille domande, ho dovuto riaprire i libri dei corsi di Coverciano (scherza, ndr). Auguro alle ragazze di vivere il calcio sempre così, di togliersi più soddisfazioni possibili senza guardarsi mai indietro» chiosa mister Filippini.
