Era il 3 aprile 1932: Genoa-Bologna 3-2

Banchero migliore in campo, Burlando instancabile nonostante l'età e ottima prova anche di Mazzoni autore del primo gol

A sinistra: Levratto e Sansone. Al centro: Banchero e Schiavio (Foto tratta da Arcuri e Pesce, "Genoa and Genova",)

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Un Genoa da centroclassifica batte il Bologna in corsa per lo Scudetto del capocannioniere Angelo Schiavio, anche se alla fine del campionato sarà la Juventus ad avere la meglio e a vincere il suo quarto titolo nazionale.

Era il Genoa allenato dal tecnico austriaco, Karl Rumbold, in cui alcuni grandi campioni si avviavano alla fine della loro carriera (De Prà, Burlando, Barbieri), altri erano arrivati negli ultimi anni (Banchero, Patri, Mazzoni), più un quartetto di argentini targato Huracan che, oltre al capocannoniere del primo Mondiale, Guillermo Stabile, comprendeva Pratto, Giglio ed Esposto. Naturalmente, una menzione va fatta anche per Virgilio Levratto. Ma lui non era certo uno degli ultimi arrivati: era nel Genoa dal 1925.

In una foto fatta alla fine di quella partita, si vede proprio Levratto appoggiarsi al giocatore uruguaiano del Bologna, Raffaele Sansone mentre Elvio Banchero fa più o meno la stessa cosa con Angelo Schiavio e, non inquadrato (ma riportato nel resoconto della partita) Burlando stringe la mano a Baldi. Insomma lotta accanita in campo per novanta minuti, ma finale all’insegna del fair play.

In effetti, la partita era stata molto combattuta e giocata su un terreno pesantissimo, con grandi pozze e larghi tratti di terreno fangoso.

A dire il vero, probabilmente la tensione era già iniziata un paio di giorni prima. A quei tempi i match con il Bologna erano sempre molto sentiti e, nella giornata di venerdì, un folto pubblico aveva assistito all’ultimo allenamento del Genoa in vista del match col Bologna.

Comunque, le aspettative dei tifosi genoani non andarono deluse. “Genoa forte con i forti”, titolò la stampa nazionale. In effetti, nel giro di due settimane, il Genoa sconfisse in casa le prime due della classe: prima la Juventus, battuta due a zero e, poi, quel giorno, vittoria per tre a due contro il Bologna.

Le vicende dello Scudetto conteso con gli spareggi erano ancora fresche e l’ingresso dei rossoblù felsinei era stato accolto da bordate di fischi di una folla enorme accorsa per la partita.

La particolarità del match è che su cinque gol non c’è n’è neanche uno frutto di una manovra. Il Genoa va in vantaggio al 15′, con gol di Mazzoni su punizione. Anche il Bologna pareggia sugli sviluppi di un calcio di punizione. Lo batte Baldi al 29′. Il tiro è forte e De Prà può solo deviare. Arriva Muzzioli che mette in rete e fa pure qualche gesto di scherno nei confronti dei tifosi del Genoa. Ma, l’allegria di Muzzioli dura solo pochi minuti, perché al 31′, sugli sviluppi di un corner, Banchero segna su assist di Esposto.

Nel secondo tempo il Bologna prova a cambiare la disposizione in campo ma tutto ciò non produce benefici effetti a suo vantaggio. Anzi, all’11 arriva la terza rete dei padroni di casa, con Frisoni che segna di testa ancora su corner. Al 30′ della ripresa il Genoa conduceva tre a uno, era andato più volte vicino al quarto gol e il Bologna, che in quella fase del campionato era la capolista con tre punti di vantaggio sulla Juve, non riusciva ad uscire dalla propria metà campo (il Genoa era dodicesimo a 21 punti). Ma, a quel punto, alla prima azione in attacco dei bolognesi, Ottani segna sugli sviluppi di una mischia accanita. Il Genoa, però, non si scompone, imbriglia il Bologna che non si renderà più pericoloso nel resto della partita e passa spesso al contrattacco, colpendo un palo con Elvio Banchero.

Finisce tre a due per il club genovese. Banchero migliore in campo, Burlando instancabile nonostante l’età e ottima prova anche di Mazzoni.

Le Formazioni.

GENOVA 1893: De Prà, Poggi, Gilardoni, Frisoni, Burlando, Orlandini, Esposto, Banchero, Mazzoni, Casanova, Levratto.

BOLOGNA: Gianni, Monzeglio, Gasperi, Montesanto, Baldi, Martelli, Maini, Sansone, Schiavio Ottani, Muzzioli,.

Nella foto, tratta da Arcuri e Pesce, “Genoa and Genova”, a sinistra: Levratto e Sansone. Al centro: Banchero e Schiavio.

Massimo Prati: classe 1963, genovese e Genoano, laureato alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Genova, con il massimo dei voti. Specializzazione in Scienze dell’Informazione e della Comunicazione Sociale e Interculturale. Vive in Svizzera dal 2004, dove lavora come insegnante. Autore di un racconto, “Nella Tana del Nemico”, inserito nella raccolta dal titolo, “Sotto il Segno del Grifone”, pubblicata nel 2004 dalla casa editrice Fratelli Frilli; di un libro intitolato “I Racconti del Grifo. Quando parlare del Genoa è come parlare di Genova”, edito nel 2017 dalla Nuova Editrice Genovese; di un lavoro sulla storia del calcio intitolato “Gli Svizzeri Pionieri del Football Italiano”, Urbone Publishing, 2019; di una ricerca storica dal titolo “Rivoluzione Inglese. Paradigma della Modernità”, Mimesis Edizioni, 2020; della seconda edizione de “I Racconti del Grifo. Quando parlare del Genoa è come parlare di Genova”, Urbone Publishing, 2020; coautore del libro di didattica dell’italiano “Imbarco Immediato”, Fanalex Publishing, Ginevra 2021 e, infine, del romanzo “Dieci Racconti di una Lucertola del Porto di Genova”, Urbone Publishing, 2021.

È anche autore di numerosi articoli, di carattere sportivo, storico o culturale, pubblicati su differenti blog, siti, riviste e giornali. Collabora con “Pianetagenoa1893” e “GliEroidelCalcio”.

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