Correva l’anno 2013: cinque streghe viola confermarono la maledizione dei Genoa-Fiorentina alla II giornata

I rossoblù, allenati allora da Fabio Liverani, subirono una debacle casalinga per 5-2 contro gli uomini di Montella

Alberto Gilardino ai tempi del Genoa (Foto Valerio Pennicino/Getty Images)

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In Campionato, quando il Genoa ha incontrato a Genova la Fiorentina alla II giornata – tutte e tre le volte a livello di Serie A –, ha sempre perso: 0-1 nel 1973, 0-3 nel 1982, 2-5 nel 2013. L’unico incontro casalingo – anche quello di Serie A – in cui non è uscito sconfitto è quello pareggiato per 1-1 sul campo neutro del “Dino Manuzzi” di Cesena. La partita che verrà trattata nella rubrica odierna è quella vinta sei anni fa dai viola (mai così «prolifici» al “Luigi Ferraris”), anche allora allenati da Vincenzo «Vincenzino» Montella.

Il primo «campanello d’allarme» per il Genoa suonò dopo soli due minuti di gioco, quando servito dalla destra dallo spagnolo Borja «il Sindaco» Valero Iglesias, il tedesco-spagnolo «Super» Mario Gómez García «ciabattò svogliatamente» da otto metri di destro il pallone contro il palo destro e sul rimbalzo l’italo-statunitense Giuseppe «Pepito» Rossi calciò di sinistro incredibilmente fuori da cinque metri. Otto minuti dopo, su calcio d’angolo battuto dalla sinistra da Borja Valero Iglesias, Alberto «il Principino» Aquilani, indisturbato con i piedi sulla linea dell’area di porta, colpì di testa il pallone, mettendolo alla destra di Mattia «Airone» Perin, tuffatosi sulla sinistra (il giovane portiere del Genoa toccò la sfera con la mano destra, senza riuscire a respingerla), e portando in vantaggio gli ospiti. Quattro minuti dopo, sfruttando una «torre» di Gómez García, Rossi calciò da circa ventitré metri al volo di sinistro un pallone che si sarebbe infilato nell’angolino basso sinistro: i tifosi rossoblù, vedendo Perin lanciarsi da quel lato, rimasero delusi a vedere esultare per la seconda volta gli ospiti (l’estremo difensore di Latina era arrivato in anticipo, perdendo forza cinetica per la respinta con il risultato che il pallone, dopo essere venuto a contatto con le sue mani, proseguì la sua originaria corsa verso la porta con un leggero accentramento della traiettoria). Ben più reattivo dell’omologo genoano si dimostrò al 28’ il sudamericano Norberto Murara «la saracinesca brasiliana» Neto, che volò a deviare con la mano sinistra sul fondo un colpo di testa da circa otto metri di Alberto «Gila» Gilardino ben servito dalla «tre quarti» di destra da un traversone di Mario «Irisi» Sampirisi. Al 35’ con un altro colpo di testa, in quell’occasione di Thomas Manfredini, su calcio d’angolo battuto dalla sinistra da Francesco «Ciccio» Lodi, il Genoa andò vicino ad accorciare le distanze, ma a un paio di metri dalla linea di porta il pallone venne rinviato di destro al volo dal cileno David Marcelo «el Pek» Pizarro Cortés. Giunse, invece, al 41’ la terza rete degli ospiti con una deviazione di piatto destro da circa tre metri dalla linea di porta di Gómez García, bravo ad anticipare sul «primo palo» Luca Antonelli jr. sul traversone rasoterra dalla sinistra di Manuel «lo Zio» Pasqual.

Andato al riposo tra i fischi, il Genoa ebbe una reazione d’orgoglio nella ripresa. Al 9’, sfruttando un lancio parabolico dalla «tre quarti» di sinistra del brasiliano Francelino da Silva «il Professore» Matuzalém, subentrato dopo l’intervallo all’italo-argentino Mario Alberto Santana, Gilardino segnò una bellissima rete con un tiro in diagonale al volo di esterno destro da circa sette metri poco oltre – in perpendicolare – al palo sinistro della porta degli ospiti. La pur relativa gioia della rete dei padroni di casa fu, però, «strozzata» nell’azione successiva da una bella «triangolazione» sulla destra Borja Valero-Aquilani-Rossi, che diede all’italo-statunitense la possibilità di battere con una sorta di «rigore in movimento» Perin sulla sua destra con un tiro di sinistro, vanamente disturbato da Sampirisi. Al quarto d’ora, Lodi con un tiro di sinistro alla destra di Neto, tuffatosi dall’altra parte, trasformò un calcio di rigore sanzionato dal signor Domenico Celi di Bari per una trattenuta del franco-tedesco Marvin Compper ai danni di Gilardino (il quale con un po’ di «mestiere» nel girarsi si era anche lui aggrappato, anche se in maniera meno evidente, alla maglia dell’avversario). Un minuto dopo il Genoa ebbe una clamorosa occasione per portarsi sul 3-4, quando Gilardino deviò al volo di esterno destro addosso a Neto, fattoglisi incontro vicino al palo destro, il pallone proveniente da un lungo lancio in diagonale dalla destra di Davide «Biondo» Biondini e giuntogli grazie a una «torre» di Luca Antonelli jr.. Su azione di contropiede, al 42’, Goméz García, disturbato nella conclusione da Daniele «Buttafuori» Portanova sr., sfiorò la quinta rete della Fiorentina e seconda personale (il suo tiro di sinistro che si sarebbe infilato vicino al palo destro, venne deviato sul fondo da Perin, anche se l’intervento del portiere del Genoa sfuggì, oltre che al guardalinee, all’arbitro, che decretò il rinvio dal fondo), che poi avrebbe realizzato al quarto minuto di recupero su un discutibile calcio di rigore (Sampirisi, che pagò la presunta infrazione con la seconda ammonizione e la conseguente espulsione, sembrò più aver subito che commesso il fallo nel contatto con il cileno-argentino Matías Ariel «Mati Fernández» Fernández Fernández), in una sorta di «replay» dell’esecuzione di Lodi, anche se fatta con il destro anziché con il sinistro.

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