Berlino 1939: i magnifici sette genoani in azzurro nulla possono contro la strapotenza tedesca

Per ritrovare una sconfitta azzurra contro i tedeschi con un divario di tre reti, come avvenuto ieri sera a Monaco, occorre andare indietro di 77 anni e ricollegarci ad un incontro divenuto storico sia in chiave tattico calcistica, sia soprattutto (e purtroppo) in chiave genoana. Ma andiamo con ordine. Il 26 novembre 1939, l’Italia bi-campione […]


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Per ritrovare una sconfitta azzurra contro i tedeschi con un divario di tre reti, come avvenuto ieri sera a Monaco, occorre andare indietro di 77 anni e ricollegarci ad un incontro divenuto storico sia in chiave tattico calcistica, sia soprattutto (e purtroppo) in chiave genoana. Ma andiamo con ordine. Il 26 novembre 1939, l’Italia bi-campione del mondo è chiamata a sfidare a Berlino la Germania grande potenza, e non solo  calcistica. I tedeschi, già forti di loro, avevano assorbito nelle loro file gli austriaci grazie alla famigerata annessione al terzo Reich. Rappresentavano questi ultimi una scuola calcistica di primissimo piano. In quel periodo i temi tattici riguardavano quasi esclusivamente il metodo, applicato dalla maggioranza. Ad esso faceva da contrasto il sistema, il classico WM di monopolio esclusivamente britannico. Nel Genoa di quell’epoca, il tecnico William Gabutt lo aveva adottato. Risultato: gioco brillante, classifica da prime posizioni, ma soprattutto valanghe di reti all’attivo. Il trainer azzurro Vittorio Pozzo in verità era un po’ scettico nell’adottare di quel gioco innovativo; tuttavia nell’occasione volle seguire il parere dei critici che spingevano per il WM. Conseguenza immediata l’immissione in nazionale di ben 7 giocatori del Genoa, evento mai più verificatosi in futuro. Ecco i nomi: Marchi, Sardelli, Genta, Battistoni, Perazzolo, Neri e Scarabello. Gli “intrusi” (chiamiamoli così in senso buono), il portiere Olivieri, De Maria, Boffi e Colaussi, il primo e l’ultimo campioni mondiali.

La partita ebbe un andamento strano sia sul campo che sul piano (poco) organizzativo. Il primo tempo si chiuse sul 2-2 con i tedeschi abili ad inseguire le due reti di Demaria. Al termine della prima frazione, le squadre…non rientrarono negli spogliatoi dal momento che gli stessi risultavano inagibili. Prima che la gara riprendesse passarono almeno trenta minuti, con i giocatori all’addiaccio e conseguenze non certo benevole sul piano muscolare (era fine novembre e a Berlino il clima era davvero gelido). Nella ripresa, la debacle azzurro-genoana. I teutonici forse più abituati al clima presero il sopravvento e segnarono tre reti fissando il punteggio sul 5-2 finale. Le critiche del giorno dopo, ovviamente, misero in croce il povero Pozzo che da parte sua non avrebbe mai più tentato un simile esperimento. Ancora oggi dispiace che una bellissima pagina di storia sul fronte genoano venga offuscata dal risultato e dalle infelici conseguenze. Ieri, allo stadio Allianz, sul piano delle reti di scarto la storia si è ripetuta, ma sul  quello del gioco il divario è stato molto più netto. Stavolta, comunque, il Genoa non c’entra per nulla. A Perin non è stato concesso neppure un minuto di partita….

Marco Colla

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TABELLINO (da Solocalcio.com)

26-11-1939, Berlino

Germania-Italia 5-2

Reti: 15’ G. Neri, 20’ Binder, 27’ Demaria rig., 36’ Binder, 65’ Lehner, 67’ Conen, 84’ Binder rig.

Germania: Raftl, Janes, Billmann, Kupfer, Rohde, Kitzinger, Lehner, Hahnemann, Conen, Binder, Pesser. Ct: S. Herberger.

Italia: A. Olivieri, S. Marchi, Sardelli, Genta, Battistoni, Perazzolo, G. Neri, Demaria, Boffi, Scarabello, Colaussi. Ct: V. Pozzo.

Arbitro: Escartin (Spagna).

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