Ballardini: «Cosa faccio quando subentro? Ascolto e osservo, devo capire tante cose in poco tempo»

L'ex tecnico del Genoa: «Io spesso vado dove c'è da ricomporre»

Ballardini Gilardino Cremonese-Genoa
I tecnici Ballardini e Gilardino dalle loro rispettive panchine (foto di Francesco Sessa Ventura)

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«I presidenti non si allenano… Tu cerchi di essere te stesso, di portare rispetto per il tuo lavoro e di portare avanti le tue idee». Durante la cerimonia dei premiati nel corso della manifestazione “La Clessidra” ad Anghiari (Arezzo), Davide Ballardini (insignito anche lui di un riconoscimento) ha parlato dal palco della sua metodologia di lavoro quando subentra. «I presidenti ti mettono quotidianamente alla prova – ha proseguito – te devi cercare di essere all’altezza ogni giorno quando ti confronti con loro. A me dà forza ed energia allenare la squadra, i presidenti non mi interessano molto. Servono perché sei grato di avere la possibilità di allenare, ma poi ti devi concentrare sui ragazzi con cui hai a che fare».

“Balla” è considerato come un medico delle squadre di calcio: «Mi spiegavano che questo teatro è dei “ricomposti”, cioè i più abbienti lo hanno risistemato. Io spesso vado dove c’è da ricomporre. Esistono tante strade e l’allenatore serve a questo, raggiungere l’obiettivo tramite tante soluzioni di gioco».

Riguardo alla prima cosa che fa quando subentra, il tecnico spiega sorridendo: «Io non lo so. Ho allenato per vent’anni il settore giovanile, io nasco lì. Partivo da luglio-agosto, alleni e parli coi ragazzi, li osservi, li ascolti. Lì hai il dovere di essere un esempio. Quando vengo chiamato porto le conoscenze che ho come persona. Ascolti e osservi perché devi capire tante cose in un tempo così breve. Sono le stesse, solo più concentrate».

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