L’italiano è ottimo, fluente. La provenienza iberica lo favorisce. «Non è stato facile arrivare in Italia, nuovo paese e lingua, ma mi sono adattato. A Genova sto molto bene e mi hanno già spiegato che devo dire “belin” come intercalare. Il tifoso genoano vive il calcio al massimo, non l’ho riscontrato in Liga e in Bundesliga» spiega Josep Martinez, intervenuto durante “We are Genoa”, in onda su Telenord.
«Passando per Barcellona, Las Palmas e il Lipsia ho imparato a giocare con i piedi, grandi scuole. In Spagna mi è già successo di scalare le gerarchie, ero il terzo e sono diventato il titolare. Spero di tornare in Nazionale, è il mio obiettivo» aggiunge il portiere spagnolo.
Martinez torna sulla notte della sua svolta, a Bari: «Non è stata la più bella serata per me perché so solo io quanto ho sofferto, avevo 39 di febbre, volevo solo che l’arbitro fischiasse e andare a casa a dormire. Ho compiuto una grande parata alla fine (su Salcedo, ndr), così come contro la Reggina. L’intervento più difficile l’ho compiuto su Leão contro il Milan, peccato che non sia servito a niente. Un mio errore che è costato un gol? A Venezia, in B».
«Siamo un grande gruppo, alla fine si vedono i risultati» chiosa Martinez.