Gianni Fossati: “Da genoano contestavo mio padre. Ma amava il Genoa”

Stessa squadra, epoche diverse, ma stesso malumore. La gestione di Renzo Fossati e quella di Enrico Preziosi sono paragonabili per le tante contestazioni subite dai tifosi rossoblù. Ai microfoni di Gradinata Nord è intervenuto Gianni Fossati, parlando del Genoa di suo padre e di quello attuale

Gianni Fossati (Foto dal suo profilo Facebook)

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Gianni Fossati, figlio di Renzo Fossati ex presidente del Genoa amato e odiato dalla torcida rossoblù, presente negli studi di Gradinata Nord su Primo Canale ha parlato del Genoa di suo padre e di quello attuale. Due realtà lontane nel tempo ma paragonabili per le contestazioni riservate ai patron: all’epoca Fossati, oggi Preziosi. “Il calcio di mio padre era un calcio diverso, più passionale, più di cuore. Non c’erano i soldi delle televisioni, ma si viveva con l’incasso della domenica. Mio nipote ha comprato la maglia di Piatek, mi ha chiesto di farla autografare, ora è andato al Milan: è stato infranto un sogno ai bambini. E’ pur vero che è impossibile tenere un calciatore quando gli fanno certe offerte economiche, accadeva anche con mio padre.  Papà rifiutò un’offerta dell’Inter per Bordon, perchè senza di lui saremmo andati in B. Anche io in casa da buon genoano contestavo mio padre (ride), ma capivo che i tanti sacrifici fatti erano per amore del Genoa, era il primo tifoso del Grifone. Crescendo ho capito che non era facile fare il presidente del Genoa, riuscirsi  a salvare in un campionato a 16 squadre  era difficile. Vivevi con la vendita dei calciatori e dei biglietti,a volte mio padre rivendeva lo stesso posto di tribuna più volte . Quando il Genoa andava male ti trovavi 300-400 persone sotto casa, era un calcio davvero diverso a quello attuale.  Durante le contestazioni, quando giravamo per la città tirava giù il parasole al semaforo, ti insultavano al cinema durante l’intervallo.  Il presidente deve metterci sempre la faccia, questo contesto a Preziosi. Mio padre lo hanno minacciato in tutti i modi, ma era sempre in prima linea e questo glielo riconoscono anche i compagni. Ricordo il coro della Nord contro mio padre, anzi contro mia mamma, papà in tribuna si girava verso mia mamma e le diceva: “belle figure mi fai fare” (ride). La cessione a Spinelli è stata dolorosa, ci ha sofferto, ma finché è stato in vita ha sempre pensato al Genoa”.

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.