Longo: “Grande rispetto per il Genoa, ma dobbiamo vincere a tutti i costi”

Il tecnico del Frosinone, a rischio esonero: "Sappiamo che gente come Piatek e Pandev sono di grandissimo livello ma dobbiamo conquistare i tre punti"

Longo
Mister Longo (dalla pagina FB del Frosione)

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

“Innanzitutto confermo quello che ho detto: una squadra che si deve salvare quando incontra quelle 10-12 squadre di alto livello, fa difficoltà a proporre altro tipo di situazioni. Per quanto riguarda il Genoa abbuiamo grande rispetto ma non lo possiamo parificare a quelle 10-12 squadre”. Moreno Longo, tecnico del Frosinone penultimo con 1 punto e zero gol segnati, prova a caricare la sua squadra alla vigilia di una partita decisiva per la sua permanenza in panchina: ironia della sorte, l’allenatore festeggerà le sue 100 panchine in carriera. “E’ una partita che dobbiamo vincere – prosegue Longo – a tutti i costi. Poi sappiamo che gente come Piatek e Pandev sono di grandissimo livello ma dobbiamo vincere, lo ripeto”. Si parla della possibilità di schierare la squadra col 3-4-1-2:E’ una opportunità che abbiamo. Ma anche qui dobbiamo farlo con equilibrio. Non perché dobbiamo vincere ci serve andare allo sbaraglio. Per noi domani sarà una partita in cui conterà ancora di più il cervello col quale si scende in campo. La serie A ha bisogno di letture nella fasi della partita”. Il tecnico gialloazzurro è a rischio esonero: si parla dei possibili sostituti come Zenga, Juric e Ventura.

L’atmosfera a Frosinone è incandescente: in una lettera aperta, il presidente Stirpe ha accusato il tecnico di integralismo e di scarsa flessibilità. “Parto da un presupposto: quando parla un presidente – risponde Longo – è in diritto e in dovere di esprimere il proprio pensiero. Sono il primo a pensare che senza il presidente Maurizio Stirpe qui nessuno potrebbe essere al proprio posto. Se oggi il Frosinone è in serie A, è diventato una piccola-grande realtà del calcio italiano lo si deve esclusivamente a lui. Per quanto riguarda la sua affermazione nella lettera ne prendo atto e non posso che accettare la critica, ho grande rispetto nella sua figura. Poi è normale che da parte mia non mi sembra di essere integralista o poco flessibile perché la mia carriera ha dimostrato altro. Un integralista e poco flessibile, se mi permettete, lo è sempre e non solo ora”.

Longo ricorda: “Ho vinto uno scudetto e una Supercoppa con un 4-3-3 e 4-2-4, a Vercelli ho iniziato con il 4-3-3 e poi 3-5-2 e ci salvammo. Vengo a Frosinone con una squadra costruita per il 3-5-2, prendiamo Ciano e giochiamo con un 3-4-1-2 per cercare di faro coesistere giocatori comunque importanti per la fase offensiva. Si fa male Ciofani, siamo in difficoltà e faccio giocare la squadra le ultime 4 di campionato con il 4-2-3-1, ne vinciamo tre e pareggiamo all’ultimo secondo col Foggia. C’era da ritrovare compattezza e metto la squadra col 3-5-2. Il 3-5-2 di quest’anno è stato costruito per questo campionato. E’ un modulo che se lo costruisci con l’idea di farlo in maniera funzionale è difficile da cambiare a meno che non si hanno elementi duttili per cambiare”.

L’allenatore frusinate conclude: “In serie A si richiedono dinamicità differenti, Ciano ad esempio ha fatto il trequartista ma lo ha fatto in B. Io sono qui a cercare soluzioni ma non credo che un modulo diverso oggi ci avrebbe permesso di vincere le partite. Non cito quella col Bologna che abbiamo giocato alla pari. E quella con la Sampdoria lavete vista tutti: dopo un gol regalato la partita l’ha fatta il Frosinone. Il secondo gol ci ha poi tagliato le gambe. Questa è la mia analisi lucida ma la faccio con grande coerenza di idee. E so benissimo che quando non vengono i risultati tutto diventa fumo. Quello che conta è quello che dice il campo. Se il Frosinone fa risultati quello che ho detto acquisisce valenza, sennò è aria fritta”.

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.