ESCLUSIVA PG – Marco Tardelli: «Bertolacci merita l’azzurro, Sturaro è una garanzia per il futuro»

L'ex centrocampista della Nazionale, Juventus e Inter, oltreché ct dell'Italia U21, Egitto e vice di Trapattoni con l'Irlanda, ha parlato in esclusiva ai microfoni di Pianetagenoa1893.net sul momento dell'Italia e del club di Enrico Preziosi


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La chiamata di un giocatore in Nazionale è un attestato di qualità per ogni club. Lo è ancora di più per una società che sui giovani e sul futuro fonda le sue basi. Proprio come il Genoa di Gian Piero Gasperini. Il ct Antonio Conte ha puntato su cinque rossoblù per le prossime sfide con Croazia e Albania: Perin, ormai stabile secondo alle spalle del “mostro sacro” Buffon, i “veterani” Matri e Antonelli per l’amichevole di martedì a Genova, Bertolacci e Sturaro, alla prima con la maglia azzurra “dei grandi”. Primi passi della loro carriera in azzurro, con un occhio, seppur disincantato, a chi con il tricolore cucito sul petto ha scritto la storia del calcio. Come Marco Tardelli, campione del mondo nel 1982 e simbolo eterno del pallone italiano (e non solo), grazie a quella corsa liberatoria subito dopo il gol segnato in finale alla Germania

Tardelli, l’Italia di Conte ha attinto a piene mani dalle squadre genovesi.

«Ha fatto bene. Genoa e Sampdoria godono di un momento positivo, perciò è giusto premiare i giocatori per le loro prestazioni. Specie quando sono dei giovani in prospettiva. Perin, Bertolacci e Sturaro, ma anche Soriano, Gabbiadini e Okaka nella Sampdoria: sono tutti elementi che Conte ha preso in considerazione per la sua nuova Nazionale».

Tra questi, Andrea Bertolacci ha attirato le attenzioni del ct dopo aver conquistato giornata dopo giornata il posto fisso nel centrocampo del Genoa. E ora da lì non lo toglie più nessuno.

«Bertolacci è un ottimo giocatore. Il suo contributo in rossoblù e la chiamata in Nazionale ne sono la dimostrazione: penso che il futuro sia dalla sua. Certo, giocare al Genoa e a livello internazionale sono due mondi davvero diversi, ma avrà tempo per mettersi in mostra e calarsi in questa nuova dimensione del calcio». 

E lei come ha vissuto la prima chiamata in azzurro?

«Devo dire che ero tranquillo, pur provando dentro di me una gioia indescrivibile». 

Che consiglio darebbe a Bertolacci e Sturaro?

«Quello di vivere l’esperienza a Coverciano in tutta serenità e tenere sempre a mente l’obiettivo da raggiungere».

Alla prima esperienza a Coverciano, si sarebbe mai immaginato di poter diventare una delle icone più rappresentative della Nazionale?

«La maglia azzurra mi ha dato molto. Sono opportunità che non ti aspetti, ma possono arrivare da un momento all’altro e prenderle al volo. Ora trovarsi un ct come Conte è davvero importante per un giocatore: Antonio è uno che pretende sempre tanto, prima dall’uomo più che dal giocatore».

Insieme a Bertolacci, con Sturaro e Mandragora il futuro del centrocampo del Genoa e, perché no, della Nazionale sembra essere in buone mani.

«Sturaro si conosceva già da tempo. É un giocatore molto importante, di fatti la Juve lo ha tenuto sotto osservazione per poi prelevarne l’intero cartellino dal Genoa. E anche Mandragora, nonostante la giovanissima età, ha già fatto intravedere aspetti molto interessanti proprio contro la Vecchia Signora e, nello specifico, contro Paul Pogba».

A San Siro si preannuncia il pienone per la sfida decisiva contro la Croazia. Come se la caverà Conte al suo primo big match in azzurro?

«Mi auguro bene: finora il ct ha inanellato una serie positiva di risultati e penso che possa mantenere le alte aspettative intorno a lui. La squadra crede molto in lui e lo segue in ogni particolare. Con la Croazia sarà una gara insidiosa: il ct Kovac ha a disposizione un attacco impressionante, con Mario Mandzukic come punta di diamante. In più, non mancano le difficoltà per Conte che dovrà fare a meno di Ogbonna in difesa. Penso che De Rossi, più di Darmian, sia adatto a giocare dietro per aver già ricoperto quella posizione in altre occasioni».

Qual è il suo centrocampista azzurro preferito?

«A me piace molto Claudio Marchisio. Sta crescendo a vista d’occhio con la Juventus e la Nazionale, anche nel ruolo inedito di regista per sostituire Pirlo».

Non a caso è stato spesso paragonato alle sue caratteristiche.

«Sì, in parte può essere vero. Ma avranno paragonato sicuramente anche me a qualche giocatore del passato: solo con il tempo si può costruire la propria identità». 

E tra i giovani chi l’ha colpita di più?

«Sturaro, senza dubbio. Ha mostrato di essere già pronto per la Serie A già a vent’anni e Conte lo ha capito subito. Punto su di lui per il futuro».

Tornando al Genoa, la prima parte di stagione ha messo in evidenza il grande lavoro di Gasperini.

«Non perdo mai l’occasione di lodare Gasperini. È un allenatore che ama andare per la sua strada, oltre ad essere un persona molto seria e preparata. Il suo motto è il lavoro: penso che fin qui sia stato ben ripagato dai risultati ottenuti».

Dove può arrivare il Genoa?

«Difficile dirlo, perché le prime quattro o cinque sono sempre le solite. Juve, Roma, Napoli in primis, seguono Milan e chissà l’Inter con Roberto Mancini in panchina. Ha sorpreso molto l’avvio della Sampdoria, quello del Genoa. Mentre l’Udinese dopo un avvio scoppiettante è già tornata ad occupare le abituali zone di competenza della classifica».

E dove andrà Marco Tardelli? Nelle ultime ore il suo nome è stato accostato alla panchina dell’Azerbaijan.

«No, non credo. Per il momento mi diverto alla «Domenica sportiva». Certo, giocare o allenare è tutta un’altra cosa, ma mi sto godendo questa esperienza e nel frattempo aspetto una panchina. Perché alleno all’estero? Mi piace stare fuori dall’Italia. Ma se dovesse arrivare una proposta valida, non la scarterei di certo a priori».

Daniele Zanardi

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