E’ morto oggi a Firenze a 89 anni Kurt Roland Hamrin, celebre attaccante svedese degli anni ’50 e ’60. Dopo gli inizi nel suo paese nell’Aik Stoccolma si trasferì nella Juventus (23 presenze e 8 reti) nella stagione 1956-57 per iniziare una lunga carriera in serie A: con 400 presenze nella massima divisione, è il settimo calciatore non italiano con più partite disputate. Nonostante sia stato tra i goleador più prolifici, non ha mai vinto il titolo di capocannoniere nel nostro campionato, cosa invece ottenuta in Svezia. Dalla Vecchia Signora approdò al Padova, dove collezionò 30 presenze e 20 reti. Era un’ala micidiale per la sua potenza ed eleganza: la Fiorentina lo acquistò nel 1958 e diventò una bandiera viola. In riva all’Arno, dove lo soprannominarono “uccellino” poiché sembrava che in campo volasse facendo impazzire gli avversari, giocò 289 partite e segnò 151 reti, oltre a vincere due Coppe Italia, la Coppa delle Coppe e la Mitropa Cup. Nel 1967 fu ceduto al Milan allenato da Nereo Rocco: in maglia rossonera vinse lo scudetto nel 1967-68, la Coppa delle Coppe e la Coppa dei Campioni. Chiuse a 37 anni la sua esperienza in serie A al Napoli (la squadra azzurra gioca oggi con il lutto al braccio) dove giocò nel 1969-70 e nel 1970-71 con 22 presenze e tre gol. Chiuse la sua carriera nell’IFK Stoccolma.
Con la nazionale della Svezia aveva giocato il Mondiale del 1958, ospitato proprio dal paese scandinavo: ottenne il titolo di capocannoniere della squadra al torneo, con quattro reti realizzate contro Ungheria (due), Unione Sovietica e Germania Ovest dove scartò ben sei difensori. Perse la finale (5-2) contro il Brasile dell’astro nascente Pelè.