Correva l’anno 2008: il Genoa fece tremare la Roma all’Olimpico

Nell’unico incontro pomeridiano giocato di sabato in casa dei giallorossi, che sognavano il quarto scudetto, il Grifone perse solo nel finale per un rigore calciato da De Rossi

Marco Rossi (Foto Genoa cfc Tanopress)

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Nel corso della sua storia il Genoa ha affrontato nella Capitale la Roma al sabato in due incontri, entrambi persi – rispettivamente per 2-3 e 1-2 –, che si sono disputati nel tardo pomeriggio del 5 aprile 2008 e nella serata del 16 ottobre 2010. Visto che il primo tempo della partita meno recente fu disputato alla luce del sole, è stato scelto di descrivere quella per la sua maggiore «familiarità cronologica» con quella odierna. Il neopromosso Genoa si presentò con il centravanti «Super» Marco Borriello I in testa alla classifica dei marcatori con diciotto reti, sul campo dei giallorossi (quel giorno privi del loro carismatico capitano Francesco «er Pupone» Totti, non schierabile a causa di uno stiramento ai muscoli flessori della coscia destra), la cui rincorsa all’Internazionale capolista, che li precedeva di quattro punti, sarebbe potuta essere coronata da un sorpasso finale, se non ci fosse stato sabato 19 aprile l’inopinato pareggio casalingo per 1-1 contro il «fanalino di coda» Livorno, all’incontro con 42 punti in classifica, «virtualmente» salvo con sette giornate di anticipo.
La Roma chiarì subito le sue intenzioni di aggiudicarsi la partita con un colpo di testa dopo quarantasei secondi di gioco da otto metri del montenegrino Mirko «Zorro» Vucinić, sul «disturbo» di Alessandro Lucarelli II sr., che mandò sull’esterno sinistro della rete il pallone crossatogli dalla «tre quarti» di destra dal brasiliano con cittadinanza italiana (il nonno paterno, che di cognome faceva De Cesare, era emigrato da un paese, Tione degli Abruzzi, in provincia dell’Aquila) João Cícero de Cézare «Cicinho», e con un calcio di punizione «a foglia morta» di interno destro da ventisei metri circa di Daniele «Capitan Futuro» De Rossi al 4’, che mandò il pallone una decina di centimetri sopra l’incrocio destro dei pali. Dopo aver «bussato» due volte alla porta genoana, i padroni di casa la «aprirono» altrettante nel giro di tre minuti: al 13’ con un tocco di destro nell’angolino basso sinistro da tre metri del brasiliano Rodrigo Ferrante Taddei, favorito da un «pasticcio» difensivo tra i due suoi connazionali Fabiano Lima Rodrigues «Fabiano» e Rubens Fernando Moedim «Rubinho», con il secondo costretto a respingere con la mano sinistra il pallone, proveniente da un traversone sulla destra di «Cicinho», scriteriatamente passatogli con il petto da distanza ravvicinatissima dal primo, e al 16’ con una splendida rete di Vucinić, che, dopo aver stoppato «a seguire» (o, per meglio dire, … «a indietreggiare») con difficoltà il pallone con il prediletto piede destro su un potente passaggio di De Rossi, lo calciò in giravolta di sinistro «di prima intenzione», a ventidue metri circa dalla linea di fondo, defilato sulla sinistra, con una traiettoria diagonale e parabolica che superò la mano destra dell’estremo difensore degli ospiti, tuffatosi sulla sua sinistra, mandando la sfera nell’angolino alto sinistro. L’allenatore del Genoa, Gian Piero «Gasp» Gasperini, preoccupato dall’inizio sfavorevole della partita, iniziò a far fare esercizi di riscaldamento all’honduregno Julio César «Rambo» León Dailey con la prospettiva di aumentare il potenziale offensivo della squadra e si rinfrancò un po’ quando, al 20’, vide Borriello I impegnare con un diagonale di sinistro da ventidue metri il portiere brasiliano con cittadinanza italiana (per le origini venete della famiglia paterna) dei padroni di casa Doniéber Alexander Marangon «Doni», costretto a tuffarsi sulla sua sinistra e ad intercettare il pallone «in due tempi». Al 29’ uno sgambetto da dietro di Simone «SuperSimo» Perrotta ai danni del brasiliano Danilo Valério Sacramento «Danilo», impegnato in una «discesa» sulla «fascia» sinistra, fece perdere all’esterno d’attacco sinistro del Genoa l’equilibrio della postura del corpo, sicché si presentò senza difese nel successivo intervento in scivolata del francese Philippe «Rugantino» Mexès, che gli costò un duro colpo alla tibia sinistra e le conseguenti uscite dal campo in barella e sostituzione con León Dailey, il quale prese il posto sulla destra di Giuseppe «Peppe» Sculli, «traslocato» sulla sinistra.
Nella prima parte della ripresa il Genoa, che aveva dato segnali di risveglio nella seconda metà del primo tempo, mise in grave difficoltà la Roma, «contestandone» la vittoria. Dopo che un minuto prima, su lancio di «Cicinho», Vucinić, era stato fermato da una segnalazione di fuorigioco del guardalinee Stefano Papi di Prato (attualmente, potendo disporre del supporto del VAR, l’arbitro dell’incontro, Luca Banti di Livorno, avrebbe fatto proseguire l’azione dell’attaccante balcanico, partito con la «proiezione» della spalla sinistra in posizione irregolare, che aveva tra sé e la porta solamente «Rubinho» e, in caso di segnatura, avrebbe rilevato l’esattezza dell’indicazione fornitagli dal suo collaboratore), Domenico «Mimmo» Criscito fece partire un insidioso diagonale rasoterra di sinistro da circa trentadue metri, che venne bloccato con sicurezza vicino all’angolino basso sinistro da Marangon «Doni», prontamente lanciatosi in tuffo. Al 13’ il Genoa accorciò le distanze con un tocco di destro nell’angolino basso sinistro da un metro di capitan Marco Rossi dopo una respinta con la mano sinistra di Marangon «Doni» su un diagonale di sinistro da sette metri di Borriello I, servito dalla sinistra da un passaggio rasoterra, effettuato vicino alla linea di fondo campo, di «Fabiano», che si era incuneato nell’area di rigore dei giallorossi. Un minuto – per l’esattezza cinquantanove secondi – dopo la porta romanista venne violata un’altra volta da un «chirurgico» tiro di interno destro, indirizzato nell’angolino basso sinistro, da ventuno metri di León Dailey, che esultò mostrando sotto quella del Genoa una maglietta recante la scritta RICORDATI CHE GESÙ CRISTO TI AMA. La Roma subì l’«uno-due» genoano più di quanto gli avversari avevano fatto nel primo tempo e riuscì ad impensierire «Rubinho» solamente al 29’, quando un diagonale di sinistro di De Rossi, leggermente defilato sulla sinistra, a circa trenta metri dalla linea di fondo, venne deviato sul fondo dall’estremo difensore degli ospiti. Poco dopo l’arbitro commise un paio di errori che avrebbero portato alla rete della vittoria dei padroni di casa su calcio di rigore da lui giustamente concesso, perché Ferrante Taddei, che aveva fintato il tiro in porta, facendo abilmente «sparire» il pallone con un tocco con il tacco destro era stato «falciato» in scivolata da Borriello I, il quale l’aveva effettuata per ribattere la sua poi non avvenuta conclusione: prima fischiò un inesistente fallo a León Dailey un paio di metri prima della linea di metà campo su Ferrante Taddei (perdipiù ammonendo per proteste «Fabiano») e poi consentì a «Cicinho» di batterlo nove metri avanti, a circa quarantadue metri dalla linea di fondo (tali decisioni contribuirono a innervosire Gasperini, che sarebbe stato espulso al 46’ per le sue reiterate proteste, su segnalazione del «quarto uomo» Gianluca Rocchi di Firenze), permettendo così al terzino destro della Roma di calciare al 33’ un pallone «a spiovere» che si sarebbe infilato sotto la traversa senza la non semplice deviazione con la mano destra di «Rubinho», che concesse il calcio d’angolo sugli sviluppi del quale venne commesso il fallo sanzionato con la «massima punizione», trasformata, al 35’ con un angolato diagonale destro sotto la traversa («Rubinho» aveva intuito la direzione del tiro, ma non riuscì nemmeno a sfiorare il pallone) da De Rossi.
TABELLINO
Roma, sabato 5 aprile 2008, Stadio “Olimpico”, ore 18,05
Roma-Genoa 3-2 [Anticipo della XXXII giornata del Campionato di Serie A 2007/2008]
Spettatori: trentamila circa
Arbitro: Banti [Livorno]
Marcatori: nel 1° tempo al 13’ Ferrante Taddei, al 16’ Vucinić (R); nel 2° tempo al 13’ Mar. Rossi (G), al 14’ León (G), 35’ De Rossi (R) su rigore
Roma (4-2-3-1): 32 Marangon Doni; 3 Cicinho, 5 Mexès, 2 Panucci II jr., 77 Cassetti; 20 S. Perrotta, 16 De Rossi; 11 Ferrante Taddei (dal 37’ del 2° T.: 4 Juan), 14 Giuly (dal 15’ del 2° T.: 30 A. Mancini), 22 Tonetto (dal 19’ del 2° T.: 33 Brighi I); 9 Vucinić. Allenatore: Spalletti.
Genoa (3-4-3): 83 Rubinho; 3 C. Bovo, 16 Lucarelli II sr., 18 Criscito; 7 Mar. Rossi, 24 Konko (dal 19’ del 2° T.: 68 Vanden Borre), 28 I. Jurić, 29 Fabiano Lima Rodrigues; 14 Sculli (dal 38’ del 2° T.: 9 Figueroa), 22 Borriello I, 8 Danilo Sacramento (dal 31’ del 1° T.: 11 León). Allenatore: Gasperini.
Note duemila tifosi circa al seguito del Genoa; l’incontro inizia con 5 minuti di ritardo per l’arrivo tardivo della quaterna arbitrale; Criscito (G) aveva affrontato in Campionato la Roma all’“Olimpico” domenica 23 settembre 2007, giocando con la Juventus, che lo aveva schierato in campo fino alla vittoria casalinga per 5-0 contro il Città di Palermo di domenica 25 novembre 2007; Vucinić (R) segna la rete del 2-0 con una splendida mezza girata di sinistro da 22 m. circa; León (G) segna la rete del 2-2 con un tiro di destro da 21 m. circa; due tifosi del Genoa vengono aggrediti e feriti dopo l’incontro nei pressi dello stadio.

Stefano Massa
(membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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