Correva l’anno 1996: la “Road to Wembley” del Genoa passò per cinque match-balls annullati alla Salernitana

La gara di stasera tra Genoa e Salernitana sarà la prima che si giocherà in Coppa Italia. Ecco un precedente di altra Coppa, il “Torneo Anglo-Italiano” del 1996, raccontato da Stefano Massa

Vincenzo Torrente (Foto Wikipedia)

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L’unico incontro tra il Genoa e la Salernitana che non si sia disputato a livello di campionato (ne sono stati giocati dalle due squadre nelle sue tre prime categorie) è quello valido per la semifinale (unica) del raggruppamento italiano (corrispondente a un Quarto di Finale dell’intera manifestazione) del Torneo Anglo-Italiano mercoledì 17 gennaio 1996 al “Luigi Ferraris”, che fu rocambolescamente vinto dalla compagine rossoblù (poi trionfatrice esattamente due mesi dopo all’“Empire Wembley Stadium” nella finalissima – l’ultima di quel torneo per le squadre della Serie B italiana e della corrispondente Premiership inglese – per 5-2 sul Port Vale di Stoke-on-Trent), che, dopo i tempi regolamentari e supplementari, conclusisi sullo 0-0, si era trovata, quando erano stati eseguiti i primi cinque calci di rigore (tre degli ospiti e due suoi), ad essere in svantaggio per 0-3 (visto che mediamente le esecuzioni dal dischetto degli undici metri vanno a buon fine tre volte su quattro, a quel punto aveva circa l’1,37% di raggiungere la serie «ad oltranza»!).
In quel primo dei dodici anni di “Secondo Medioevo genoano” (undici stagioni agonistiche in Serie B con una retrocessione sul campo nella categoria inferiore revocata nel 2003 ed un’altra sancita a tavolino per illecito sportivo dopo un primo posto sul campo due anni dopo, ed una in Serie C1), che superò nettamente per durata il Primo (dalla primavera del 1965 all’autunno del 1973 fuori dalla Serie A con un Campionato di Serie C nel 1970/1971), il Genoa aveva iniziato bene in Campionato, nonostante lo 0-2 subito all’esordio al “Marc’Antonio Bentegodi” dall’Hellas Verona del suo ex allenatore Attilio Perotti sr., ma poi, dopo essersi trovato in testa alla XII giornata con 24 punti e cinque lunghezze di vantaggio sulle quattro seconde (Brescia, Ancona, Hellas Verona e Città di Palermo), la squadra aveva iniziato a disunirsi, rinunciando all’apporto del suo trentenne centravanti ceco Tomas «Fisico» Skuhravy (ceduto allo Sporting Lisbona), che con le sue reti aveva caratterizzato momenti indimenticabili del sodalizio rossoblù per un lustro, e raccogliendo solo un pareggio ed una vittoria nelle ultime sette giornate del girone d’andata, conclusosi con tre sconfitte consecutive, la più ignominiosa delle quali era stata tre giorni prima dell’incontro «internazionale» con la Salernitana lo 0-4 subìto in casa della Fidelis Andria. Se la Genova rossoblù piangeva, la Salerno granata… non rideva, visto che nelle ultime sette partite del girone d’andata la formazione allenata da Franco Colomba aveva raccolto solamente una vittoria (proprio con il Genoa, in casa per 3-1 domenica 26 novembre 1995), tre pareggi ed altrettante sconfitte, il presidente Aniello Aliberti aveva presentato le sue dimissioni (rientrate dopo un paio di settimane), passando «la barra del comando» al suo cugino paterno Michele, e la squadra era in ritiro a Pescia, in provincia di Pistoia, dalla domenica sera e là avrebbe fatto ritorno al termine dell’incontro per preparare la trasferta di Campionato a Cosenza, poi pareggiata «a reti bianche» (la Salernitana fece ben 34 punti nel girone di ritorno, ma, essendo tredicesima alla fine di quello d’andata, si classificò quinta, a tre punti di distanza da Perugia ed Ancona, che furono promosse in Serie A con 61 assieme al Bologna capolista e all’Hellas Verona, che chiusero rispettivamente a quota 65 e 63).
Lo sparuto manipolo di tifosi (circa millecinquecento) che, sfidando la temperatura rigida di quella serata, varcarono i cancelli dello stadio “Luigi Ferraris” assistettero a una partita divertente, in cui nei minuti regolamentari e supplementari gli uomini di Luigi «Gigi» Radice sr. (allontanato dalla guida tecnica del Genoa dal presidente Aldo «Aldone» Spinelli sr. un mese dopo, a seguito della sconfitta interna per 0-1 contro il Perugia nell’anticipo di sabato 17 febbraio 1995 e sostituito con Gaetano Salvemini) esercitarono una netta «supremazia territoriale», foriera di parecchie occasioni da rete, ma rischiarono anche di essere «infilzati» dagli ospiti, che poi ebbe il suo epilogo palpitante nei calci di rigore (dopo le prime due esecuzioni fallite dai genoani Roberto «Roby» Onorati, che si fece parare il pallone da Maurizio Franzone, e da Gianluca Francesconi, che lo scagliò sopra la traversa, aleggiarono nelle menti dei tifosi rossoblù gli «spettri» della sconfitta subìta con quella modalità all’“Artemio Franchi” di Firenze sabato 10 giugno 1995, che era costata la retrocessione in Serie B) tirati sotto la Gradinata Nord, nell’ultimo per i campani della serie iniziale da cinque dei quali Marco Ferrante volle imitare l’esecuzione «a cucchiaio» con cui domenica 20 giugno 1976 allo “Stadion Crvena zvezda” – il cosiddetto «Marakàna» – di Belgrado Antonin «Toni» Panenka aveva beffato il portiere tedesco occidentale Josef Dieter «Sepp» Maier, mettendo a segno la rete decisiva per la conquista della Coppa Europa per Nazioni da parte della Cecoslovacchia, ma, visto che erano passati nel frattempo vent’anni e i portieri avevano «perso l’innocenza» che li faceva tuffare sempre e comunque da una delle due parti, si era visto comodamente parare da Luca Pastine (salvato nella serie precedente dalla traversa colpita da Alessio Pirri II), rimasto immobile al centro della porta, il pallone (la serie «ad oltranza» si sarebbe chiusa con un’altra parata di Pastine su tiro dell’ex sampdoriano Roberto Breda e con la trasformazione di Vincenzo Torrente, che è nato a Cetara, un paese in provincia di Salerno).
La prima vera occasione da rete dell’incontro ci fu al 18’ del primo tempo con un tiro di Ferrante, favorito da un errato retropassaggio di Francesconi e partito in velocità, dal limite dell’area di rigore ben bloccato da Luca Pastine, cui fecero seguito in quella prima delle quattro frazioni di gioco in cui si articolò la partita un’opportunità per Enrico Maria Amore, che, presentatosi, dopo una bella «triangolazione» con Ferrante, in solitudine davanti al portiere genoano, non riuscì a «trafiggerlo», per la sua pronta uscita e due nella stessa azione per la «coppia d’attacco tascabile» dei rossoblù, costituita da Marco «Nippo» Nappi e da Vincenzo «Aeroplanino» Montella, che sfiorarono la rete al 26’, rispettivamente con un tiro in corsa e un colpo di testa, negata a loro da due validi interventi di Franzone.
Nella ripresa il Genoa passò con l’inserimento di Mirko Pagliarini al posto dell’olandese nato in Canada Johannes Nicolaas «Johmmy il bello» van’t Schip dal 4-4-2 al 4-3-3 per cercare di sbloccare il risultato, andandovi vicino con Montella al 28’ con un tiro, al termine di un’azione combinata con Nappi, che mandò il pallone a lambire il palo, e con un debole colpo di testa (sicuramente non il «pezzo forte» del suo vasto bagaglio tecnico) da distanza ravvicinta al 43’, che evocò nei tifosi un coro favorevole al ritorno di Skuhravy.
Nei tempi supplementari si accentuò l’offensiva dei padroni di casa, che sfiorarono la rete nella parte centrale del primo con Onorati e Nappi, che nella stessa azione si videro rispettivamente respingere il primo tiro e bloccare il secondo da Franzone, e con Nappi, che non riuscì ad arrivare su un cross che aveva scavalcato l’estremo difensore dei campani per deviarlo in porta nel secondo tempo, al termine del quale rischiarono di essere beffati da un tiro di Luis Landini di poco alto sopra la traversa.

TABELLINO
Genova, mercoledì 17 gennaio 1996, Stadio “Luigi Ferraris”, ore 19,00
Genoa-Salernitana 6-5 (dopo i calci di rigore) [Semifinale del Raggruppamento Italiano del Torneo Anglo-Italiano 1995/1996]
Arbitro: Beschin [Legnago (VR)]
Spettatori: 1500 circa
Marcatori (nelle serie dei calci di rigore): Logarzo (S) [prima esecuzione]; Rachini (S) [seconda esecuzione]; Cudini (S), Nappi (G) [terza esecuzione]; Ruotolo (G) [quarta esecuzione]; V. Montella (G) [quinta esecuzione]; Gi. Gattuso (S), Bortolazzi (G) [sesta esecuzione]; Iuliano (S), Pagliarini (G) [settima esecuzione]; Torrente (G) [ottava esecuzione]
Genoa (4-4-2): 22 Pastine, 15 Nicola, 2 Torrente, 14 Turrone, 3 G. Francesconi; 16 Magoni (dal 1’’ del 1° T. suppl.: 20 Ruotolo), 6 Cavallo (dal 13’ del 1° T. suppl.: 8 Bortolazzi), 21 R. Onorati, 11 Van’t Schip (dal 1’’ del 2° T. regol.: 25 Pagliarini); 7 Nappi, 9 V. Montella. Allenatore: Radice II sr..
Salernitana (3-5-2): 12 Franzone; 15 Iuliano, 6 Gi. Gattuso, 7 Cudini; 2 Grimaudo, 21 Logarzo, 4 Breda, 10 Amore (dal 33’ del 2° T. regol.: 20 Pirri II), 13 Frezza (dal 43’ del 1° T. regol.: 18 Rachini); 23 Spinelli (dal 39’ del 2° T. regol.: 14 L. Landini), 24 Ferrante. Allenatore: Colomba
Note: viene concesso l’ingresso gratuito nei Distinti agli studenti delle scuole elementari e medie inferiori del Comune e della Provincia di Genova, se accompagnati da un adulto pagante; sbagliano i calci di rigore: R. Onorati (G) [prima esecuzione parata]; G. Francesconi (G) [seconda esecuzione fuori]; Pirri II (S) [quarta esecuzione respinta dalla traversa]; Ferrante (S) [quinta esecuzione parata]; Breda [ottava esecuzione parata]

Stefano Massa
(membro del Comitato Ricerche e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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