La morale delle coppe vale anche per il Genoa

La fisicità è conditio sine qua non per raggiungere i risultati nel calcio moderno

Genoa Radovanovic Criscito Lerager
Radovanovic, Criscito e Lerager (foto di Genoa CFC Tanopress)

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L’Europa lo insegna: la fisicità è conditio sine qua non per raggiungere i risultati nel calcio moderno. La morale delle coppe vale anche per il Genoa, costretto a boccheggiare come i pesci nella parte finale di stagione. La potenza, indispensabile nella zona centrale del campo, sarà la soluzione per fare bene contro l’Atalanta, la più britannica delle italiane. Cesare Prandelli dovrà chiedere e ottenere molto da Ivan Radovanovic e Lerager, costretti a duellare con gli equivalenti bergamaschi. Tre interni rossoblù (con Veloso) contro due nerazzurri: quantomeno il Genoa avrà la superiorità numerica a centrocampo.

La brutta notizia per i tifosi del Grifone è che Gian Piero Gasperini ha azionato l’emisfero destro del cervello, la sede della creatività. E’ costretto a farlo poiché in difesa dovrà rinunciare agli squalificati Mancini e Masiello mentre Toloi continua a lavorare a parte dopo l’operazione alla caviglia dello scorso 23 aprile. Chi sarà il terzo in linea con Djimsiti e Palomino? Sarà Castagne ad arretrare e non De Roon: Gasperini non sposterà l’olandese (esperimento piuttosto infelice tentato contro l’Udinese) proprio per non perdere fisicità a centrocampo e lasciare Freuler in balia di Lerager e Radovanovic.

Mister Prandelli, dal canto suo, conosce i trucchi per fermare l’Atalanta. Ci riuscì all’andata, nettamente e con pieno merito, con un 3-1 che aprì il felice corso degli sgambetti alle big della Serie A. Il Genoa sorprese i bergamaschi nel primo tempo con l’arma migliore di Gasperini: pressione orientata sul portatore di palla, ritmo, coraggio nell’uno contro uno e aggressività sulle seconde palle. Un girone dopo i rossoblù non possono più regalare niente e devono giocare da Grifocome accduto contro la Roma – vincendo la partita prima con la testa e poi con il cuore e il fisico. La morale delle coppe vale anche nel nostro campionato. L’Europa lo insegna.

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